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Cronaca Stella / Rione Sanità

Genny Cesarano, il papà risponde alla scuse del killer: "Non mi restituiranno mio figlio"

In una lettera scritta a penna e letta durante la prima udienza del processo a suo carico, Perfetto gli ha chiesto "umilmente scusa per il dolore causato"

"Non l'ho nemmeno quasi letta". Così Antonio Cesarano, il padre del 17enne Genny ucciso alla Sanità nel settembre 2015, parla della lettera di scuse inviatagli da Ciro Perfetto, uno dei killer che agì quella drammatica notte.

Perfetto gli ha chiesto "umilmente scusa per il dolore causato". Nella lettera, scritta a penna, spiegache Genny non meritava di essere ucciso, e che porterà con sé per tutta la vita quanto successo. La missiva era diretta alla famiglia Cesarano e al giudice del processo in cui è imputato, ed è stata letta nel corso della prima udienza.

Il processo

Ora Perfetto ha 21 anni, ed una condanna in primo grado all'ergastolo per l'omicidio del boss Pietro Esposito. La notte tra il 5 ed il 6 settembre del 2015 aveva 19 anni. La giovane età è un altro degli aspetti sottolineati dalla difesa. L'inchiesta, che ha portato a processo altre persone, si è servita di intercettazioni, riscontri di polizia giudiziaria, ma anche accuse messe agli atti dal boss pentito Carlo Lo Russo, lo stesso mandante di quella "stesa" che sarebbe finita nel sangue. Il Comune, intanto, si è costituito parte civile.

La ricostruzione dell'agguato

Fu una notte di faida, alla Sanità. A contendersi la piazza di spaccio erano gli Esposito e i Lo Russo. Prima il clan di Pietro Esposito mise a segno una stesa in via Ianfolla, la "casa" dei Lo Russo, poi la risposta di questi. E la morte di Genny, vittima innocente della follia camorristica.

Genny, il ricordo a due anni dalla stesa che gli costò la vita

La reazione del papà di Genny

"Si parla di perdono. Ma io non mi sento di definire così quella richiesta", è la risposta, al Mattino, del padre del ragazzo ucciso. "Non ho nemmeno letto per intero il suo scritto. Gli ho solo dato un'occhiata. Non ho voluto proseguire nella lettura. A che servirebbe? Non mi restituirebbe mio figlio". Non si tratta di vedetta, spiega, ma di fame di giustizia.

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