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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Uccise la moglie a colpi di gruccia: scarcerato

Vincenzo Lo Presto era stato condannato in primo grado a 10 anni. Luigi Iovino (deputato M5S): "Presenterò un’interrogazione al ministro di Giustizia"

La scarcerazione, dopo appena due anni, di un uomo che ha massacrato la moglie a colpi di gruccia, fino a toglierle la vita, è una decisione che lascia sconcertati. Un delitto consumato a epilogo di anni di violenze e che rappresenta uno schiaffo assestato a un Paese intero che ogni anno, in occasione di iniziative di condanna a ogni genere di violenza di questo tipo, sfila in piazza e urla perché sia finalmente ascoltato il grido di dolore che troppe donne ancora oggi sono costrette a soffocare e reprimere. Fortuna Bellisario aveva 36 anni e tre figli a cui dedicava ogni istante delle sue giornate. Chi ha compiuto quel brutale omicidio oggi viene letteralmente “graziato” e rispedito in quella stessa casa dove consumò il più atroce dei delitti. Di fronte a decisioni come questa abbiamo il dovere di indignarci noi per primi che rappresentiamo i cittadini”. Così il deputato del Movimento 5 Stelle e responsabile regionale per i rapporti interni della Campania Luigi Iovino, a seguito della scarcerazione di Vincenzo Lo Presto, condannato in primo grado a 10 anni per aver ucciso la moglie Fortuna Bellisario, come rivelato nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica.

Ho presentato un’interrogazione al ministro di Giustizia – rivela Iovino – per capire come sia possibile che un uomo che per anni si sia reso autore di tale e tanta violenza, oggi venga ritenuto socialmente non pericoloso. Per troppi anni abbiamo giurato di agire con determinazione di fronte alle atrocità compiute nei confronti mogli, fidanzate e donne perseguitate, mettendo in campo strumenti normativi che ponessero fine a una vera e propria mattanza. E non possiamo consentire oggi che sia vanificato il sacrificio di Fortuna e di tantissime donne che hanno subito in silenzio, che sono state ammazzate o che, nella migliore delle sorti, hanno riportato cicatrici anche interiori che il tempo non potrà mai cancellare”.

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