Omicidio Cerrato, il gip: “Animali, non potevano pianificare un omicidio”
Così il giudice Antonio Fiorentino ha motivato la decisione di escludere l'aggravante della premeditazione
Non utilizza mezzi termini il gip Antonio Fiorentino chiamato a all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare ai danni dei quattro indagati per l'omicidio di Maurizio Cerrato a Torre Annunziata. Nel testo motiva la sua decisione di escludere l'aggravante della premeditazione per un motivo ben preciso: ritiene che i quattro abbiano agito mossi da istinto animalesco che non gli ha permesso di ponderare l'azione che stavano per compiere. Lo ha fatto con parole inequivocabili che è il caso di riportare integralmente vista la loro incisività.
Le parole del Gip
“Non sembra di essere proprio in presenza di un comportamento di esseri umani, bensì di animali e della razza più feroce. Proprio perché gli indagati hanno agito in preda a un istinto animalesco non è sussistente la premeditazione. Stando ai tempi il commando ha avuto solo la possibilità di organizzare le modalità del delitto, ma non certo di riflettere compiutamente su quanto si accingevano a fare. In soli 15-20 minuti Giorgio Scaramella si era allontanato dal posto e aveva radunato i suoi complici riferendo loro l’accaduto. Nessuno ha avuto il tempo di riflettere sulla gravità di quanto velocemente concordato”.
Parole chiare che danno l'idea della gravità dell'azione e della scelta giuridica del magistrato. Una decisione che allevia il profilo penalistico dell'evento ma che sicuramente verrà tenuta in considerazione dagli altri magistrati che saranno chiamati a decidere sulla vicenda. I prossimi saranno i giudici del tribunale del Riesame a cui gli indagati ricorreranno per la richiesta di revoca o attenuazione della misura cautelare.