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Cronaca

Sì alle shopper biodegradabili: sostituiranno i sacchetti in plastica dal 2011

L'adeguamento coinvolgerà tutta la grande distribuzione e i negozi al dettaglio con sanzioni che oscilleranno tra i 25,82 ed i 150,94 euro. L'assessore Nasti: "Sarà una vera rivoluzione per le abitudini dei consumatori"

A decorrere dal 1 gennaio 2011 sarà vietata, sull’intero territorio nazionale, la commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili comunemente usati per il trasporto di merci. Il divieto – previsto dalla Legge Finanziaria 2007 sulla base di criteri fissati dalla normativa comunitaria – è stato sottoposto dagli Assessori all’Igiene, Paolo Giacomelli, e all’Ambiente, Rino Nasti, alla Giunta Comunale di Napoli che, nel promuovere azioni di informazione e sensibilizzazione dei commercianti e dei consumatori, ha approvato la proposta al Consiglio di adeguare, con l’introduzione di specifiche sanzioni, il Regolamento comunale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Dal 1 gennaio quindi gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande, che esercitano sia in sede fissa che su area pubblica, nonché per i produttori agricoli che effettuano vendita al dettaglio sui mercati cittadini, non potranno più distribuire, gratuitamente o a pagamento, shopper che non siamo biodegradabili. L’adeguamento coinvolgerà tutta la grande distribuzione e i negozi al dettaglio con sanzioni che, se non saranno modificate dal Consiglio comunale, oscilleranno tra i 25,82 ed i 150,94 euro.

"Sarà una vera rivoluzione per le abitudini dei consumatori - spiega l'Assessore Nasti - ma sostituire con borse riutilizzabili i sacchetti di plastica consumati ogni anno consentirà di risparmiare tonnellate di petrolio ed altrettante di emissioni di CO2 e, soprattutto, eviterà di vedere dispersa nei campi, nei fiumi e nei mari la plastica che è indistruttibile".

Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente un sacchetto può restare nell’ambiente anche per secoli, da un minimo di 15 anni a un massimo di 1000 anni, e solo l’1% dei sacchetti di plastica viene riciclato a livello mondiale perchè riciclarli costa più che produrli. I sacchetti di plastica vengono poi facilmente trasportati dal vento e si disperdono sul territorio,si frantumano ma non si distruggono e, a volte, formano vere e proprie “isole”, come quella di milioni di tonnellate di peso che galleggia in pieno Oceano Pacifico,a nord delle Hawaii, ma anche nel Mediterraneo, e sulle sponde dei nostri mari, si trovano concentrazioni variabili di plastica. I sacchetti che prenderanno il posto degli shopper in plastica usati oggi sono prodotti utilizzando mais e olio di girasole e sono invece interamente biodegradabili.

"I benefici del divieto che andrà in vigore con il nuovo anno sono molteplici - osserva l'Assessore Giacomelli - e investono il settore ambientale, ma anche quello produttivo. Si riduce il consumo di fonti energetiche non rinnovabili usate per produrre le circa 200mila tonnellate di sacchetti (circa 20 miliardi di shopper) usati annualmente in Italia, risparmiando tonnellate di petrolio. Si eliminano i sacchetti non biodegradabili che finiscono per trasformarsi in rifiuto e si evita l’abbandono indiscriminato di sacchetti di plastica nell’ambiente, con una notevole riduzione dei costi di bonifica dei danni ambientali che molto spesso durano per lunghissimi periodi".

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