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Cronaca

 'O pa' ricoverato in ospedale: svelata la sua identità

Il mendicante più famoso di Napoli, accompagnato in ospedale da una familiare, si chiama Umberto Consiglio e abita ai Quartieri Spagnoli

Esiste una figura quasi mitologica che si aggira tra le strade di Napoli da almeno 50 anni e ripete ai passanti che incrocia sempre la stessa richiesta: 'O pa', 'o pa' (il pane, il pane).

Tutti coloro che vivono in città hanno avuto modo di incontrare più volte nel corso dei decenni, a via Toledo, via Mezzocannone, al Vomero, in via Pasquale Scura,  'O pa', come è stato poi ribattezzato affettuosamente da tutti l'uomo. In realtà però nessuno ha mai conosciuto la vera identità dello speciale "mendicante", fino a ieri, quando Mario Guarino, medico dell'ospedale San Paolo, ha postato una foto con  'O pa' ricoverato e un commento che svela alcuni segreti dell'uomo.

"Turno di notte in 118, dispatch per un codice verde. Mi accingo ad uscire, passo per il bancone del triage e vedo un paziente sulla barella in attesa di valutazione. Il mio sguardo sfiora il suo volto ed in maniera inconsulta le mie labbra lasciano uscire "'o pà, 'o pà". La familiare si gira di scatto e mi guarda incuriosita. "Mi perdoni, ho sbagliato... pensavo... mi sembrava..." "è proprio lui" mi fa lei. Cosa sono i ricordi? 'O pà, un pezzo di Napoli e della mia infanzia, adolescenza, età adulta, 'o pà che ha consumato i lastroni di piperno della vecchia via Toledo. Lui 'o pà, inseguito per ore da noi bambini a via Toledo, nella Pignasecca... fino alla parrucchiella. Là al triage davanti a me. "Signora ma è..." non ho mai conosciuto il suo nome. Non lo abbiamo mai saputo. Per noi e per me era semplicemente 'o pà. Un nome onomatopeico figlio dell'unica parola che ha ripetuto per bilioni di volte, correndo a passo breve ma veloce, con la mano destra protesa.  Adesso ha 81 anni, il suo nome è Umberto Consiglio e vive ai Quartieri Spagnoli. Età puramente anagrafica perchè il volto, il sorriso sbilenco, la voce anserina sono uguali. Da alcuni anni sono convinto che noi del mondo dell'emergenza-urgenza siamo privilegiati. Professionisti appassionati affacciati ad una esclusiva finestra sul mondo. Spugne che adsorbono storie, racconti, vite e morti, amori e veleni, umori e fratture del corpo e dell'anima. Siamo privilegiati. Scelti e prescelti. E allora immortaliamo come una Polaroid da "azzeccare" sui nostri camici sudati ed infetti. Insieme per uno splendido selfie di gruppo con un monumento di una Napoli vera", ha scritto su Facebook il medico, che ha anche svelato che l'uomo aveva una frattura alla gamba sinistra, un ematoma e un’emorragia. Nonostante gli acciacchi è comunque tornato dopo qualche ora a casa.

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