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Cronaca

Aggressioni, sempre più infermieri si dimettono. De Palma: "Abbandonati, al Cardarelli di notte soggetti armati"

Prosegue il dibattito sull'allarme sociale delle violenze in corsia. La denuncia del sindacato e l'analisi del ministro Schillaci

Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, ha rilasciato delle dichiarazioni dopo il 12 marzo, "Giornata contro la Violenza ai danni di operatori e operatrici sanitarie". "La Giornata del 12 marzo - spiega - con la quale le istituzioni hanno voluto doverosamente porre a conoscenza dei cittadini i nuovi allarmanti dati sulle aggressioni agli operatori sanitari italiani, non può rimanere fine a se stessa, pur mettendoci davanti contenuti drammatici. Siamo stati i primi, forse gli unici, qualche giorno fa, a far notare alla collettività che i tanto attesi presidi di pubblica sicurezza, ne sono stati riattivati ben 51 dallo scorso gennaio, al momento garantiscono la presenza di agenti di polizia, e questo accade nella maggior parte degli ospedali coinvolti nel nuovo piano sicurezza del Ministero degli Interni, solo dalle 8 alle 20 e dal lunedì al venerdì".

L'esempio del Cardarelli

"Cosa succede di notte nei pronto soccorsi di strutture che coprono bacini di utenza enormi? Come si può abbandonare gli operatori sanitari a se stessi - prosegue il presidente del Nursing Up - addirittura nei fine settimana, quando le aree di pronto intervento sono congestionate all"inverosimile a causa dell"assenza dei medici di base? Non ci inventiamo nulla quando ricordiamo a chi legge i nostri comunicati che, con 'il favore delle tenebre', in città come Napoli, in ospedali come il Cardarelli, uno dei più grandi d'Italia, dove addirittura il famoso presidio manca ancora all'appello, fanno la loro 'macabra presenza' soggetti con dipendenze, addirittura armi, lo dicono i fatti di cronaca, per non parlare di persone alle prese spesso con una rabbia incontrollabile, quando, un solo infermiere deve prendersi cura da solo di ben 20 pazienti a causa della carenza di personale, le aree triage sono affollatissime e si registrano ore e ore di attesa che scatenano l'inferno".

I numeri del fenomeno

I nuovi dati relativi  alle aggressioni contro gli operatori sanitari rappresentano del resto un "dramma sociale" anche per il ministro della Salute Schillaci. "Sul fenomeno delle aggressioni ai sanitari è attivo un osservatorio, ho preparato una relazione che verrà inoltrata al Parlamento entro la fine di questo mese", ha spiegato l'esponente del governo Meloni. "Nel triennio 2019-2021 sono stati denunciati e riconosciuti 4.821 infortuni legati a episodi di violenza". Quasi 5.000 episodi di aggressioni in corsia in tre anni, ovvero circa 1.600 l"anno, dalle minacce fino a lesioni più o meno gravi. E in 7 casi su 10 la vittima è una donna.

Le conseguenze: dimissioni volontarie

E tutto questo ha delle conseguenze "Riflettiamo, poi, doverosamente, sulle conseguenze disastrose di quanto sta accadendo, quelle che ricadono come macigni sulla già fragile stabilità della sanità italiana - spiega ancora De Palma di Nursing Up - Ci riferiamo al drammatico fenomeno delle dimissioni volontarie dei professionisti. In Italia sono due milioni e 587 mila i lavoratori che si sono dimessi nel 2021, il 30% in più rispetto al 2020 ed il 6% in più al 2019. Nella sanità si registra il 400% in più di dimissioni volontarie rispetto ad altri settori del mondo del lavoro". Inoltre, "il 34,4% degli infermieri prevede di lasciare l"ospedale ad un anno dell'assunzione ed il 43,8% aveva inviato richiesta di trasferimento. Sono le conseguenze che, come un boomerang, si abbattono e continueranno ad abbattersi sulla nostra collettività, se non saranno previsti piani risolutivi che argineranno sul nascere le aggressioni contro i nostri professionisti", chiosa De Palma.

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