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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Poggiomarino

Camorra, il nuovo clan di Poggiomarino che faceva affari con la 'ndrangheta (TUTTI I NOMI)

Ventisei ordinanze di custodia cautelare per gli uomini del clan Giugliano. Droga e riciclaggio di denaro, gli affari del gruppo. Coinvolto anche il neomelodico Zuccherino

Maxi-operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dall’ufficio Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia- nei confronti di 26 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di aver fatto parte di due distinte organizzazioni criminali. L’ordinanza nasce da un’ampia e articolata attività d’indagine, strutturata anche sul profilo patrimoniale, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e sviluppata dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Torre Annunziata nell’arco temporale compreso tra la fine del 2016 e febbraio 2020, che ha riguardato due sodalizi criminosi operanti su Poggiomarino, in lotta tra loro per l’egemonia sul medesimo territorio, ma capaci di ricercare e trovare un sostanziale equilibrio nell’approvvigionamento comune di sostanze stupefacenti su larga scala.

Il nuovo clan 

Al clan storicamente già riconosciuto su quel territorio, riconducibile a Antonio Giugliano ‘o’savariello’, luogotenente del clan Fabbrocino detenuto presso il Carcere di Nuoro, si è affiancata e contrapposta una nuova entità criminale sorta a seguito della scarcerazione del pregiudicato Rosario Giugliano, “o’minorenne”, solo con lo stesso cognome Antonio Giugliano. Storico sicario del clan Galasso, Rosario Giugliano è rientrato sul territorio di Poggiomarino a partire dal 2016 fruendo prima di alcuni permessi premio e poi ottenendo la liberazione al termine di una lunga pena detentiva. Il suo obiettivo era di ricercare occasioni e spazi criminali per affermare l’autonomia di un clan autoctono, proprio nella consapevolezza che il clan dominante su Poggiomarino era capeggiato da Antonio Giugliano proveniente da Palma Campania ed imposto sul territorio dal ras Mario Fabbrocino.

Le alleanze criminali 

Desideroso di appoggi criminali, Rosario Giugliano si è alleato con i Batti di San Giuseppe Vesuviano e con gruppi criminali dell’agro nocerino sarnese, in particolare con i Ferraiuolo di Pagani mentre, in virtù dell’ascendenza con il potente clan Moccia di Afragola, ha rivendicato maggiori spazi operativi arrivando più volte allo scontro con il clan di Antonio Giugliano, retto dal figlio Giuseppe Giuliano. È emblematico di tale situazione di fluidità criminale l’agguato organizzato da sodali del clan di Rosario Giugliano ai danni della Caffetteria Giugliano, l’11 marzo 2017 in pieno centro a Poggiomarino, con spari esplosi ad altezza d’uomo. Il commando ha agito nella convinzione che il Giuseppe Giuliano Giugliano fosse all’interno del bar ed allo scopo di ridimensionare la sua figura criminale.

Gli ordini attraverso la compagna 

Il clan costituito da Rosario Giugliano, che per lungo tempo ne ha coordinato le attività dal carcere attraverso la compagna Teresa Caputo, portaordini del ras verso i sodali liberi, secondo gli investigatori era composto dallo stesso Giugliano, nel ruolo di vertice e promotore, insieme ai suoi più diretti fiduciari Alfonso Manzella, Cristian Sorrentino, promotori e organizzatori dell’associazione, e sovrintendenti alle attività illecite nel campo delle estorsioni e del commercio di stupefacente. In posizione subalterna, Antonio e Salvatore Iervolino, curavano il raccordo tra i vertici del gruppo e le altre componenti del clan dedite al controllo del territorio ed al commercio dello stupefacente, tra cui è opportuno menzionare Giovanni Orefice, Giuseppe Nappo e Domenico Gianluca Marano, costituenti, tra l’altro, il braccio armato del clan, deputato a commettere azioni di fuoco ed atti intimidatori.

Il traffico di stupefacenti 

Con particolare riferimento all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, emanazione dello stesso clan capeggiato da Rosario Giugliano ed a cui è stata attribuita l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, è emersa una fitta rete di spaccio di cocaina e marijuana, approvvigionata rispettivamente da esponenti del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio  (Giovanni Urio e suo figlio Pasquale) e dalla famiglia Batti. Le cessioni di narcotico avvenivano mediante una fitta rete di pusher anche nella Piana del Sele e nel Cilento ed attraverso persone insospettabili (Giuseppe Mingo guardia giurata, Giuseppe Del Regno titolare di una pizzeria, Antonietta Cioffoletti addetta presso un’impresa di pulizie). L’indagine ha consentito di riscontrare il traffico di stupefacenti attraverso il sequestro di ingenti quantitativi di marijuana e di hashish, con la partecipazione anche di alcune donne e minorenni in qualità di custodi dello stupefacente da smerciare.

I contatti con la 'ndrangheta

Nella parte conclusiva dell’attività d’indagine era peraltro emerso che Rosario Giugliano, sottoposto alla sorveglianza speciale, aveva spostato l’asse dei traffici illeciti a Pagani, avvalendosi della complicità del figliastro Alfonso Manzella, cantante neomelodico, che attraverso le proprie canzoni reclutava sodali e lanciava invettive verso forze dell’ordine e magistratura. Il clan di Giuseppe Giuliano Giugliano è risultato operativo soprattutto nel campo dell’approvvigionamento di sostanze stupefacenti ed è risultato in contatto con la n’drina calabrese dei Pesce-Bellocco della Piana di Gioia Tauro, dalla quale si riforniva di marijuana attraverso Giosafatte Giuseppe Elia. Il narcotico veniva poi trasportato e custodito da incensurati insospettabili come Francesco De Michele e Adriano De Filippo, i quali utilizzavano anche furgoni di copertura per la distribuzione del caffè quali vettori per movimentare lo stupefacente.

Il riciclaggio di denaro 

Altro settore nel quale è risultato ben inserito il clan Giugliano è il riciclaggio di denaro sporco all’interno di numerose aziende ubicate anche al dì fuori dei confini regionali.
Le indagini patrimoniali, estese ai nuclei familiari degli indagati Rosario Giugliano, Domenico Viesti, Teresa Caputo, Francesco Vorraro, Giovanni Orefice, Antonio Iervolino, Salvatore Tommaso Iervolino, Alfonso Manzella, Giuseppe Mingo, Francesco De Michele, Mario Nappo, Giuseppe Giuliano Giugliano, Adriano De Filippo, Cristian Sorrentino ed Elia Pisciotta hanno consentito di evidenziare l’effettiva sussistenza di disponibilità economiche e flussi monetari con reinvestimenti, anche immobiliari, ritenuti sproporzionati ai redditi dichiarati, documentando le sperequazioni risultanti al momento di ogni singolo acquisto e quella maturata negli anni.

Il sequestro 

Sulla base delle risultanze investigative, è stato pertanto emesso un decreto di sequestro preventivo relativamente a beni mobili (sette autoveicoli e tre motocicli), immobili (14 appartamenti e otto terreni), rapporti finanziari (88 rapporti finanziari e otto polizze assicurative), imprese (un ramo d’azienda, cinque quote di capitale sociale nonché i beni aziendali e strumentali di 13 società), per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

I nomi degli arrestati 

n.

Nome, cognome e anno di nascita

Posizione

Posizione giuridica

Misura  da Eseguire

1

GIUGLIANO Rosario cl. 1961

Sorv. Speciale di P.S.

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

2

CAPUTO Teresa cl. 1968

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

3

IERVOLINO Antonio cl. 1976

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

4

MANZELLA Alfonso cl. 1986

AA.DD.

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

5

SORRENTINO Cristian cl. 1993

AA. DD.

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

6

IERVOLINO Salvatore Tommaso cl. 1977

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

7

OREFICE Giovanni cl. 1974

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

8

NAPPO Giuseppe cl. 1985

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

9

MARANO Domenico Gianluca cl. 1985

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

10

FONTANELLA Luigi cl. 1987

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

11

VIESTI Domenico cl. 1965

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

12

NAPPO Mario cl. 1990

Libero

INCENSURATO

O.C.C. in Carcere

13

IERVOLINO Michele cl. 1989

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

14

SEPE Domenico cl. 1990

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

15

VASTOLA Carmine cl. 1990

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

16

NAPPO Antonio cl. 1986

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

17

D’AVINO Bruno cl. 1997

Già DETENUTO

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

18

MINGO Giuseppe cl. 1988

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

19

DEL REGNO Giuseppe cl. 1990

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

20

CIOFFOLETTI Antonietta cl. 1963

Libero

INCENSURATA

O.C.C. in Carcere

21

URIO Giovanni cl. 1963

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

22

URIO Pasquale cl. 1987

Libero

INCENSURATO

O.C.C. in Carcere

23

GIUGLIANO Giuseppe Giuliano cl. 1991

Libero

INCENSURATO

O.C.C. in Carcere

24

DE MICHELE Francesco cl. 1988

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

25

ELIA Giosafatte Giuseppe cl. 1974

AA. DD.

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

26

DE FILIPPO Adriano cl. 1992

Libero

Pregiudicato

O.C.C. in Carcere

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