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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pomigliano d'arco

Nuova Panda: punti forti e criticità dell'avvio di produzione

Giuseppe Raso (Fismic): "La riapertura dello stabilimento Fiat di Pomigliano rappresenta una speranza per tutta la filiera dell'auto in Campania". Necessario, però, tenere alta la guardia e gestire le problematiche

È previsto per lunedì 21 novembre l’inizio della produzione della Nuova Fiat Panda allo stabilimento di Pomigliano D’Arco.

Questa nuova linea dovrebbe garantire il graduale rientro in azienda, come nuovi assunti della newco Fabbrica Italia Pomigliano, dei lavoratori in cassa integrazione (inizialmente alcune centinaia di dipendenti). Com’è ovvio la nuova attività dello stabilimento Fiat avrà una forte ricaduta anche sull’intero indotto e sulla generale situazione economica del territorio.

Giuseppe Raso, segreteria provinciale Fismic, con delega sulle piccole e medie imprese, spiega, in un’intervista rilasciata a NapoliToday, quali sono i punti importanti di questa nuova scommessa produttiva e  le criticità che si potranno presentare secondo il punto di vista del sindacato dei metalmeccanici..

Quale ritiene che sarà l’impatto che l’avvio della produzione della Nuova Panda avrà sull’economia dell’indotto e, più in generale, delle piccole e medie imprese del territorio?
Occorre individuare due momenti in cui stimare l’effetto di un tale impatto: l’avvio della produzione che, come Lei diceva, dovrebbe concretizzarsi nella data del 21 novembre, la salita produttiva che dovrebbe avvenire a partire dalla primavera del prossimo anno. Di certo la riapertura dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco rappresenta una speranza per tutta la filiera dell’auto in Campania che impegna circa 20 mila addetti. La fase iniziale - saranno alcune centinaia le unità che verranno assunte in FIP - costituisce il momento in cui vede la luce la speranza di una prospettiva di svolta che però deve essere certificata dall’unico soggetto validante: il mercato.  Fino ad oggi abbiamo lavorato perché si potesse arrivare a questa fase senza perdere posti di lavoro: abbiamo firmato numerosi verbali di richiesta di cassa integrazione, abbiamo creduto e scommesso “sull’accordo di Pomigliano”,  continueremo a credere e a lavorare perché la Campania possa mostrare la faccia pulita ed efficiente di tutte quelle persone, e sono tante anche se a volte poco visibili sui mass-media, oneste e lavoratrici in una regione con un DNA “difficile”.

Ha parlato di una “prospettiva di svolta”, quali pensa che potrebbero gli ostacoli durante il percorso?
La posta in gioco è molto alta, è il nostro futuro e il futuro dei nostri giovani che dipende dalla capacità di riuscire a dimostrare che in Campania si può investire; del resto, il vento del cambiamento ha incominciato a soffiare proprio da qui e da qui lo stiamo portando in diverse altre realtà produttive. Occorre continuare a tenere la guardia alta e riuscire a gestire tutte le problematiche che sorgeranno quando inizierà la produzione. Inoltre, nella speranza che le istituzioni ci ascoltino, vorrei porre l’attenzione sulla problematica dei trasporti pubblici e, in particolare, sul fatto che sono state soppresse le autolinee operaie per la Z.I. di Pomigliano d’Arco, lasciando di fatto soltanto la Circumvesuviana quale unico mezzo pubblico, funzionante male e a singhiozzo, per arrivarci.

 A proposito del vento del cambiamento, non crede che il vostro lavoro rischi di far perdere dei diritti ai lavoratori acquisiti in tanti anni?
In Campania, a partire dall’accordo di Pomigliano, mi sembra che abbiamo contribuito non poco a far riconquistare ai lavoratori il loro primo diritto, quello che li fa entrare o uscire dalla categoria dei lavoratori, ovvero il diritto sancito dall’art. 4 della Costituzione: il diritto al lavoro; senza quest’ultimo, staremmo a parlare del nulla.

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