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Non vedenti occupano il Colosimo: "Vogliono cacciarci da casa nostra"

La protesta degli 'ospiti' dell'Istituto, rimasti esclusi dal nuovo bando: "Non potremo completare i nostri percorsi"

Da giorni dormoni davanti agli uffici amministrativi dell'Istituto Colosimo di Napoli. Sono non vedenti e ipovedenti ospiti della struttura, almeno fino a qualche giorno fa quando hanno saputo che una parte di loro non potrà continuare a frequentarla. 

"Nel 2020 è stato pubblicato un nuovo bando per accedere all'Istituto Colosimo - racconta Nunzio Torre - uno degli utenti in protesta - La pandemia ha rallentato le operazioni, ma adesso circa trenta persone, tra non vedenti e ipovedenti non sono state accettate". Il motivo sarebbe da ricercare in un rimpallo di responsabilità tra Regione Campania, Ambiti territoriali e la Cooperativa Gesco che opera nell'Istituto: "Gli ambiti territoriali - prosegue Nunzio - stanno rigettando le domande delle persone non scolarizzate, cioé coloro che non frequentano le scuole superiori e che magari sono impegnati o in studi universitari o in attività laboratoriali. Eppure, il bando non fa alcuna differenza di sorta". 

Tra le persone che sarebbero escluse c'è Miriam, ospite del Colosimo da oltre 10 anni: "Questa è casa mia, non è possibile che mi caccino. Qui ho studiato per il diploma e adesso sto studiando per l'università. Ci stanno sottraendo un diritto". La pensa così anche Branco, un altro utente della struttura: "Da due anni seguo un corso di specializzazione e quest'anno avrei dovuto conseguire una qualifica di centralinista che mi avrebbe permesso di lavorare nelle pubbliche amministrazioni. Invece, se non accetteranno la mia domanda avrò perso due anni e mi sentirò sconfitto". 

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