Narcos napoletano fermato e consegnato dalle milizie siriane
I presunti legami tra Carbone e Imperiale
Lo scorso marzo nel nord-ovest della Siria è stato catturato da una milizia - una volta legata ad al Qaida - il narcotrafficante internazionale napoletano Bruno Carbone, arrivato in Italia (a Roma) dalla Turchia, alcuni giorni fa. Il retroscena arriva dalle pagine de Il Foglio che cita il ricercatore del Washington Institute, Charles Lister. Lister, in particolare, avrebbe avuto conferme proprio da persone in contatto con la milizia Hayat Tahrir al Sham (Hts), formazione salafita impegnata nella guerra civile siriana.
Catturato dai miliziani
Carbone sarebbe stato preso a Kaftin, a nord di Idlib, mentre cercava di raggiungere il territorio controllato dal regime di Bashar el Assad. La milizia su citata avrebbe favorito il suo approdo in Turchia da cui è poi partito per Ciampino dove è stato fermato da Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri.
Il rapporto con Imperiale
Bruno Carbone sarebbe legato a un altro narcotrafficante di caratura internazionale, Raffaele Imperiale, anche lui tornato in Italia - da qualche mese - dopo l'arresto a Dubai. I due, insieme con presunti elementi di spicco della 'ndrangheta, sono stati raggiunti da una delle 28 misure cautelari in carcere notificate dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza.
Le forze dell'ordine - con questa operazione - sono riuscite a smantellare una delle organizzazioni internazionali impegnate nel traffico di cocaina dal Sud America al resto del mondo. Un sodalizio, secondo gli inquirenti, molto articolato guidato da Imperiale e Carbone.