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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Napoletani scomparsi in Messico, nuova ipotesi: un affare con i contadini è andato male

Il settimanale Oggi ipotizza dissapori tra i coltivatori di avocados nello stato di Michoacan e i tre napoletani. Tre riscontri DNA hanno dato esito negativo finora

Si ipotizza ci sia un affare andato male dietro la scomparsa dei tre napoletani in Messico. Fonti messicane hanno riferito al settimanale Oggi (la cui esclusiva è riportata da Dagospia) un nuovo movente: la scomparsa sarebbe legata a dissapori tra i contadini dello stato di Michoacan, coltivatori di avocados, e i napoletani. Secondo quanto riferito ai giornalisti del settimanale, i coltivatori sarebbero legati al clan CJNG, capeggiato dal temibile Mencho, intercettato in una inquietante telefonata in cui impartiva ordini ai poliziotti messicani. Dal 31 gennaio, giorno della scomparsa, le ricerche non hanno fatto grossi passi in avanti: alcuni cadaveri rinvenuti nei dintorni di Tecalitlan, sottoposti a test DNA, hanno dato riscontri negativi. Si sa che tre poliziotti hanno confessato di aver ceduto (per 43 euro) i napoletani a una banda armata locale.

La famiglia Russo ha offerto una ricompensa di 2 milioni di pesos in cambio di informazioni. Silvana Esposito, moglie di Raffaele Russo, madre di Antonio, dice a Oggi: "Non mi fido dei poliziotti messicani, chiedo al ministro Minniti di inviare investigatori italiani".

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