Museo Madre, scatta l'esodo: gli artisti si riprendono le opere
Cambio di management da ottobre, ma intanto il declino continua. Tredici i lavori ritirati e altri 50 pronti a partire. Triste il breve destino di questo museo sorto in città nel 2004
Continua l’esodo delle opere esposte al Museo Madre. Gli artisti ritirano i propri lavori custoditi in mostra al Museo di via Settembrini. Un problema di grandi proporzioni per il museo partenopeo d’arte contemporanea, che deve anche finanziare la spedizione delle opere con i propri fondi, anche se qualcuno degli artisti ha preferito persino pagare di tasca propria pur di non lasciare qui le sue opere e chiudere il contratto che lo tiene legato al Madre.
Triste il breve destino di questo Museo, sorto a Napoli nel 2004 e che ha aperto la città all’arte contemporanea, sempre molto discussa, in grado di suscitare forti emozioni in contrasto: da capolavoro a ciarpame, a seconda di chi la guarda e la “giudica”. Indubbiamente, però, un valore aggiunto, un nuovo punto di vista e un diverso orizzonte.
All’inizio dell’autunno, come ricorda Pietro Treccagnoli dalle pagine de Il Mattino, scadrà anche il contratto del direttore Cicelyn ed è già certo un cambio di management. Intanto le opere “migrate” verso casa sono già 13, si legge ancora su Il Mattino: si tratta di opere di Manzoni, Twombly, Fontana, Mario Merz, Lichtenstein, Richter , Rotella e Richard ed un’altra cinquantina partiranno molto presto.
Un declino che sembrerebbe inesorabile, segnato non solo dai gravi problemi finanziari. Non è stata, infatti, ancora annunciata la mostra che seguirà la chiusura di quella di Melotti, in esposizione al terzo piano fino all’8 aprile. Il futuro di questo Museo, appare evidente, va completamente ridisegnato e va fatto in fretta o l’unico orizzonte sarà una definitiva chiusura, che nessuno auspica.