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Murale Ugo Russo, la famiglia: "Lo togliamo noi, ma questa è censura"

Secondo il Tar, il ritratto gigante del ragazzo morto nel 2020 va rimosso. Il Comitato: "Regole applicate solo per quest'opera". Il 9 marzo nuova udienza preliminare per decidere sull'accusa di omicidio volontario a carico del carabiniere che sparò al giovane

"Abbiamo preso una decisione difficile, saremo noi a rimuovere il murale che ritrae nostro figlio". A parlare è Enzo Russo, papà di Ugo, il 16enne che la notte del 1 marzo 2020 è morto, in seguito a un tentativo di rapina, a causa dei colpi di pistola esplosi dal carabiniere fuori servizio Christian Brescia, sul cui capo pende un'accusa di omicidio volontario aggravato. 

Pochi giorni fa, il Tar ha disposto la rimozione del murale che la famiglia aveva fatto realizzare all'indomani della tragedia in piazzetta Parrocchiella a S. Maria Ognibene, nei Quartieri spagnoli. E' la conclusione di un lungo braccio di ferro che ha visto, da subito, il Comune di Napoli schierato contro l'opera. Per due volte è stato chiesto il parere della Soprintendenza, la quale per due volte ha specificato che il palazzo non è sottoposto a vincolo e non sussistono motivi ostativi. 

L'Amministrazione si è rivolta al Tar, adducendo problematiche urbanistiche: "E' molto strano - afferma Alfonso De Vito - visto che come sa bene l'assessore De Jesu, il Comune non ha un regolamento per l'arte di strada. L'interpretazione che hanno dato sulla possibilità di dipingere sui palazzi risalenti a prima della Seconda guerra mondiale è una novità assoluta e che, inoltre, mette a rischio molti murales della città di Napoli. Ci sembra, invece, che abbiamo cercato un motivo per giustificare un atto di censura". 

Sotto al volto di Ugo Russo è stata apposta la scritta 'Verità e giustizia', per ricordare la battaglia della famiglia per scoprire cosa è realmente successo quella notte: "Per noi è difficile dire addio a questo murale - prosegue Enzo - però lo abbiamo realizzato per non far dimenticare ciò che era successo a nostro figlio. Siamo contenti che abbia assolto a questo compito. Ci hanno attaccato in tutti i modi, adesso vogliamo solo concentrarci sul processo". 

Il processo

Si tornerà in aula il 9 marzo prossimo per una seconda udienza preliminare. La prima si è tenuta l'8 febbraio,  ma è stata rinviata per la richiesta della difesa di interrogare i periti della Procura. Sono proprio le perizie balistiche che hanno portato i pm a sostenere che Christian Brescia avrebbe sparato quando Ugo Russo era in fuga e di spalle, quindi non più pericoloso, colpendolo mortalmente alla testa. Una ricostruzione che ha portato gli inquirenti a chiedere il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato. Spetterà al giudice per l'udienza preliminare, il 9 marzo prossimo, stabilire se andare a processo con questo capo di imputazione.  

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