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Trattori marciano sul Lungomare: "La bufala è a rischio"

Allarme brucellosi, gli allevatori protestano contro la Regione Campania: "Abbattuti 140mila capi, ma solo l'1,4 per cento era infetto. E i focolai si moltiplicano"

Per un allevatore gettare il latte equivale a buttare via i propri sacrifici. Mentre compie questo gesto, in segno di protesta, Adriano Noviello ha le lacrime agli occhi. La mozzarella di bufala è a rischio a causa delle epidemie di brucellosi e tubercolosi. Per smuovere le istituzioni, Adriano e altri imprenditori hanno prima marciato con i trattori sul lungomare e poi rovesciato 350 litri di latte davanti alla Regione Campania, dove risiederebbero, secondo il movimento autonomo dei produttori, i responsabili del disastro in atto: "Qualcuno deve pagare per questo scempio e per le 300 aziende che hanno chiuso, invece sono ancora tutti sulle loro poltrone" le parole di Novello, presidente dell'Associazione di tutela allevamenti bufalini. 

Nel 2013, al termine di 7 anni di commissariamento di Governo, l'emergenza brucellosi era stata debellata: "L'incidenza era dello 0,7 per cento dei capi partendo dal 18 per cento del 2007 - spiega Gianni Fabbris, di Altragricoltura - Un risultato raggiunto collaborando con le aziende e soprattutto con prevenzione e vaccinazioni". Poi, nel 2013, la gestione torna ordinaria e quindi in mano alla Regione Campania, che in meno di dieci anni ha riportato il contagio a picchi superiori al 20 per cento: "La Regione ha smesso di vaccinare e di fare prevenzione. Insieme all'Istituto zooprofilattico ha percorso la strada dell'abbattimento. Sono stati abbattuti 140mila capi, ma grazie alle nostre denunce abbiamo scoperto che soltanto l'1,4 per cento era davvero infetto". Secondo i dati riportati dal movimento, al quale non aderiscono né Coldiretti n é Confagricoltura, nonostante gli abbattimenti predisposti dalle autorità i focolai stanno aumentando. 

Per questo motivo, una parte degli allevatori chiede a Vincenzo De Luca, individuato come principale responsabile insieme all'assessore all'Agricoltura Nicola Caputo, di rivedere il piano: "Ma ammettere che i dati vorrebbe dire ammettere il fallimento e, quindi, dover fare fuori qualcuno - afferma Alessandro Novello - Invece vogliono tutti restare al loro posto".  

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