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Cronaca

I raid di camorra nati da una storia d'amore finita

Hanno messo a rischio la vita anche di alcuni bambini per raid scatenati, dicono gli investigatori, da futili motivi: vale a dire la decisione di una donna di lasciare il marito. C'é questo, infatti, dietro le spedizioni punitive

Alla base delle due incursioni punitive nei locali pubblici di Pozzuoli e Giugliano ci sarebbe una storia d'amore finita. Lei lascia il marito e i suoi amici "d'onore" gliela fanno pagare.

L'uomo lasciato sarebbe il mandante dei raid ed è considerato affiliato al clan camorristico dei Nuvoletta, attivo soprattutto a Marano. Lui non è un boss, secondo gli investigatori, e gli altri cinque coinvolti non sono manovalanza spicciola: occupano, nella gerarchia del clan, un livello intermedio. Normale, per loro, dunque, applicare la modalità d'azione camorristica anche per risolvere una faccenda familiare. La donna è stata accolta da un suo zio: da qui la decisione di punire l'uomo, proprietario dei locali dove sono stati eseguiti i raid.

Per punire lo zio però, i sei, di cui quattro fermati oggi, hanno distrutto una sala giochi puntando le pistole ai clienti e dato fuoco alla pista del bowling terrorizzando le famiglie in sala. Inoltre, un uomo è rimasto ferito nel parcheggio di Pozzuoli, rischiando la vita perché il proiettile che l'ha colpito ha sfiorato l'arteria femorale.


IL VIDEO DEI RAID A POZZUOLI E VARCATURO

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