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Cronaca

Morte Gigi Proietti, De Laurentiis: "Ci hai fatto ridere fino alle lacrime"

"E' riuscito a universalizzare la romanità e il romanesco"

"Le tue rappresentazioni teatrali resteranno un esempio di quel teatro itinerante che è riuscito a universalizzare la romanità e il romanesco, rendendo sempre un grande omaggio a quella Roma che hai amato e rappresentato ai massimi e ineguagliabili livelli. Il tuo teatro, unico e irripetibile, ci ha accompagnato negli anni in un percorso di romanità eccelsa. Ci hai fatto ridere fino alle lacrime con le tue filastrocche interminabili e con giochi di parole irraggiungibili. Un ultimo abbraccio affettuosissimo". Sono i tweet con i quali Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli ha voluto ricordare il "mattatore", scomparso oggi 2 novembre (in questa data era anche nato) per un problema cardiaco.

Proietti era ricoverato da due settimane in ospedale, poi le sue condizioni sono precipitate fino al decesso.

L'AMORE PER NAPOLI DI PROIETTI

Cordoglio di de Magistris e De Luca

"Addio al grande Gigi Proietti, artista dal talento straordinario, mattatore sulle scene, dotato di intelligenza, ironia ed empatia. Ha saputo unire l’apprezzamento della critica con l’affetto e la stima del grande pubblico. Ci lascia uno dei volti del cinema e del teatro italiano contemporaneo, spesso ospite e protagonista della vita culturale della nostra regione. Cordoglio e vicinanza alla famiglia", scrive su Facebook il Governatore.

"Con la fine terrena di Gigi Proietti, nato e morto il 2 novembre, unico anche in questo, se ne va un pezzo della genialità della cultura italiana, del teatro in particolare. Gigi era davvero un talento immenso, capace di unire, in un sorriso speciale, il nostro Paese". Così il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. 

Il saluto di Sal da Vinci

"In mesi di incredibili irrealtà con cui conviviamo ogni giorno, vai via anche tu ed in punta di piedi. Anima immensa, signore d’altri tempi. Mattatore d’eccellenza. Talento unico, autoironia, cinismo romano stemperato nella battuta. Questo sei tu".

VIDEO: PROIETTI IN NAPOLETANO

La lettera ricordo di Salemme

"Ti scrivo qualche riga quando ancora non so se sarà consentito venire a darti l’ultimo saluto. Non ti vedevo da un anno. In una trasmissione televisiva mi avevi raccontato la tua volontà di prendere in gestione un teatro. E volevi farlo insieme a me. Per me sarebbe stata un’avventura entusiasmante. Fare teatro accanto al più luminoso dei Giullari. Sei quello che meglio di tutti ha saputo spazzare via quelle stupide etichette dei tempi moderni, che dividono gli artisti in “alti” e “bassi”, profondi e superficiali, popolari e di élite...

Avevi un rapporto con il pubblico che non era mai falso, manifestavi ciò che eri. Perché un attore, prima di tutto, deve essere onesto. Questa è l’etica di un vero attore. Tu ogni volta facevi un patto con il pubblico: facciamo finta che io sia... E così diventavi re Lear o Mandrake, un cantante maestoso o un menestrello, raccontavi una barzelletta o recitavi un sonetto del Belli. Il pubblico, con te, non era mai passivo, era essenziale, non ti guardava dal buco della serratura come accade nei reality, era in teatro con te e sceglieva il luogo con te, viveva il racconto con te. Avevi una quantità infinita di talento e, grazie al cielo, ce ne hai fatto dono. Di solito non mi piace usare il termine popolo a sproposito ma nel tuo caso è giusto e doveroso dire che il popolo te ne sarà grato per sempre e non ti dimenticherà mai. Perché se Attore è anagramma di Teatro, tu ne sei stato l’esempio più nobile".

Il ricordo di Renzo Arbore 

"Ci sono dei personaggi che non sono dei semplici attori o intrattenitori o registi o cantanti o umoristi, ma sono degli autentici pilastri dello spettacolo. Gigi Proietti è uno dei pilastri sui quali si reggeva lo spettacolo italiano, tutto lo spettacolo italiano". Lo afferma Renzo Arbore che aggiunge: "Si ricorreva a lui quando bisognava celebrare l'antica Roma, come ha fatto la saggiamente Alberto Angela e si ricorreva a lui per raccontare una facezia romana dei borghi, si ricorreva a lui quando si voleva cantare una canzone meravigliosa, o quando si voleva fare una risata, ma anche quando si doveva pensare o si voleva chiedere un parere sulla società civile o sullo spettacolo. Gigi è stato il più eclettico artista della sua generazione. L'idea di intestargli il Teatro Brancaccio mi sembra assolutamente un'idea da sposare".

"Gigi per il teatro e per la diffusione del teatro ha fatto veramente quanto non sono riusciti a fare altri: dalla regia, alla direzione, alla scoperta di nuovi talenti. E' difficile elencare i meriti di una personalità così eclettica come quella di Gigi Proietti. Per me, diciamo, provinciale foggiano trapiantato a Napoli, Gigi personificava Roma - sottolinea Arbore - la sua grandezza, la sua bellezza e il suo spirito, la sua cultura. E' l'erede veramente di grandissimi come Aldo Fabrizi, Alberto Sordi. Erede dell'umanità, del disincanto romano, delle qualità dell'ospitalità e dell'accoglienza che i romani hanno tra le proprie caratteristiche". "E' inutile elencare le malefatte fatte insieme, ha partecipato perfino al mio mio film 'FF.SS.' dopo che io ho partecipato a quasi tutti i suoi programmi televisivi di varietà, ricordando vecchie canzoni, e lui è stato protagonista di molti miei programmi televisivi, sempre con un'idea vincente. Tra i miei ricordi più belli c'è la sua partecipazione a 'Meno siamo, meglio stiamo' dove veramente ha sintetizzato quella parte dello spettacolo leggero che lui condivideva insieme allo spettacolo importante del quale è sempre stato rappresentante. Capisco che ogni giudizio su Gigi è riduttivo in questo momento, effettivamente lo shock è stato violentissimo per me. Accanto all'intesa artistica c'è un'intesa umana che è stata fondamentale nella mia carriera, con lui e con la sua famiglia. Eravamo amici confidenti", conclude Arbore.

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