Muore all’ospedale di Frattamaggiore dopo Tso, la figlia denuncia: "È un caso di malasanità"
La vicenda di Antonio Frugiero, 60 anni, è oggetto di un esposto dell'associazione Codici
Antonio Frugiero aveva 60 anni. È morto lo scorso 24 maggio all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. La figlia, in questi giorni, sta denunciando quello che a suo avviso è un caso di malasanità.
Il 60enne soffriva di disturbi mentali, ed era in cura presso un’apposita struttura. Stando alla denuncia dei familiari, da circa nove mesi non assumeva più farmaci. Per il 23 maggio era programmato un ricovero presso una struttura di Caserta ma all’arrivo dell'equipe medica l’uomo aveva rifiutato ogni tipo di trattamento. Da qui la richiesta di Tso, con l’intervento di ambulanza e carabinieri.
Secondo quanto riportato dai familiari, di fronte al rifiuto del paziente i sanitari gli avrebbero dato dei calmanti. Sarebbero state in tutto quattro le dosi somministrate. Secondo i parenti di Frugiero sarebbe morto proprio a causa di quei farmaci. Giunto al pronto soccorso intorno alle 13.30, tenuto sotto osservazione e poi trasferito al reparto di igiene mentale, l’uomo è morto la mattina successiva in seguito ad un arresto cardiaco.
L’associazione Codici ha deciso di prendere in carico la vicenda, e presentato un esposto "volto a fare piena luce". “Verificare quanto accaduto – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – è il minimo che si possa fare. Come associazione da anni combattiamo la malasanità. Non sappiamo se questo sia l’ennesimo caso, di sicuro le parole della figlia sono drammatiche ed è giusto che la magistratura intervenga. È per questo che abbiamo deciso di presentare un esposto. Bisogna appurare se il caso è stato gestito in maniera corretta, considerando la delicatezza della situazione”.
