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Giovane trovato impiccato, la famiglia: "Non ci diamo pace. Vogliamo la verità"

La famiglia di Massimo Melluso chiede che sul corpo del giovane venga eseguita l'autopsia

Voglio la verità sulla morte di mio figlio”. Questo è l’appello di Maria Vicenzino, mamma di Massimo Melluso (per tutti Alessio) trovato senza vita in un capannone di Ventimiglia lo scorso 26 giugno. Il 32enne napoletano, originario di Villaricca, venne trovato dal suo compagno, con il quale stava da sette anni, impiccato ad una trave del capannone dove lavorava e allevava conigli.

Il caso è stato archiviato come suicidio, ma la famiglia del giovane non ci sta e chiede alla Procura di Termini Imerese che venga eseguita l’autopsia sulla salma. Un appello, tramite una lettera, è stato lanciato anche al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere che il caso venga riaperto.

I familiari del giovane – assistita dall’avvocato Beniamino Esposito -, sostengono che la vicenda presenti più di qualche lato oscuro e credono che l’esecuzione dell’esame autoptico possa sciogliere i loro dubbi. Il corpo di Massimo, intanto, è stato riportato a casa e seppellito; in attesa, però, che lo stesso venga riesumato su eventuale richiesta della Procura.

“Voglio che facciano l’autopsia”

Mi ha telefonato mio nipote perché mia figlia non aveva la forza di parlare. Ho subito fatto i biglietti per partire la domenica mattina. Quando sono arrivata ho trovato mio figlio già dentro una bara. Mio figlio era una persona amava la vita, aveva tanti progetti. Io non ci credo che mi figlio si è suicidato. Voglio la verità, voglio che facciano l’autopsia”, ha detto a NapoliToday Maria, la mamma di Massimo.

“Quando l’ho sentito era tranquillo”

L’ultima a sentire il giovane è stata la sorella Roberta che è stata anche la prima ad apprendere la tragica notizia. “L’ho sentito giovedì ed era tranquillo. Poi non abbiamo avuto più sue notizie. Non ha risposto neanche agli altri messaggi inviati. Il sabato sono stata chiamata dai Carabinieri di Ventimiglia che mi dicevano che noi fratello non c’era più. Mio fratello era una persona piena di vita e non aveva nessun problema”, spiega.

“Lui non torna più. Ormai non abbiamo più pace”

Era un ragazzo brillante. Ha sempre fatto tutto con amore. Era felice, in tutto era felice. Non si può perdere una persona, sapendo che però era felice. Perché siamo condannati a non avere risposte. Cosa costa fare l’autopsia? Lui non torna più, ma vogliamo capire perché ha fatto questo. Tutti quelli che lo conoscono sono sconvolti. Vogliamo l’autopsia. Che diano pace ad una famiglia che ormai non ne ha più”, dice con la voce rotta dalle lacrime la sorella maggiore Annamaria.

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