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Cronaca

Aggressioni Lgbt: violenze in preoccupante crescita

L'intervista a Marco Fasciglione, 47 anni, napoletano, ricercatore di diritti umani del CNR, e da luglio scorso componente del Management Board dell’Agenzia, una sua opinione

L’aumento dei casi di aggressioni contro persone LGBT nel nostro Paese, di cui la tragica morte di Maria Paola Gaglione è solo l’ultimo in ordine di tempo, ci ricordano quanto il processo di tutela dei diritti umani sia ancora lungo e per alcuni versi ancora incompiuto. In tale processo un punto fondamentale deve essere riconosciuto alla tutela della diversità anche culturale dalle forme di discriminazione e di odio. Purtroppo, la crescita di casi come quello di Maria Paola Gaglione ci dicono che siamo in presenza di un trend che va in direzione opposta. La conferma arriva da una recente indagine condotta dall’Agenzia europea dei diritti fondamentali (FRA) che fornisce dati non molto rassicuranti circa il livello di tutela dei diritti delle persone LGBT in Italia.

Il nostro Paese, infatti, si colloca al di sotto della media europea per quanto riguarda il numero di persone LGBT che dichiarano di avvertire una maggiore accettazione da parte della società italiana. Soprattutto, il 32% degli intervistati dichiarano di essere stati oggetto di violenze o molestie nel corso dell’anno precedente. Alta è anche la percentuale di quanti dichiarano di avvertire discriminazione nei loro confronti sul luogo di lavoro (il 23% degli intervistati) e di quanti dichiarano di essere stati oggetto di discriminazione in una delle diverse aree della vita di relazione sociale almeno una volta nell’anno precedente (il 40% degli intervistati).

Abbiamo chiesto a Marco Fasciglione, 47 anni, napoletano, ricercatore di diritti umani del CNR, e da luglio scorso componente del Management Board dell’Agenzia, una sua opinione.

Che cosa è la FRA?

“La FRA è un acronimo: sta per Agenzia europea dei diritti fondamentali. Si tratta di una agenzia dell’UE, che fornisce assistenza e consulenza in materia di diritti fondamentali alle istituzioni, organi, uffici dell’Unione Europea e, ovviamente, agli Stati membri. Il Management Board (il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia) è composto da esperti indipendenti in materia di diritti umani. Io sono stato nominato per l’Italia assieme al Prof. Oreste Pollicino dell’Università Bocconi: lui in qualità di membro titolare ed il sottoscritto in qualità di membro supplente”.

Il rapporto della FRA sulle persone LGBT cosa ci dice?

“Che nonostante esista anche nel nostro Paese una tendenza in alcune fasce della popolazione ad una maggiore accettazione nei confronti delle persone LGBT, i casi di violenza fisica o verbale nei loro confronti in altre fasce della popolazione sono in crescita. Le persone LGBT sono ancora discriminate nella vita di tutti i giorni al bar, nei ristoranti, o al momento di acquistare una abitazione. Soprattutto l’indagine dei ricercatori della FRA rivela la riluttanza a denunciare alle autorità competenti eventuali comportamenti illeciti.”

Cosa fare?

“Come evidenziato dal Ministro della Famiglia e delle Pari opportunità Elena Bonetti la diversità è un valore su cui fondare la comunità e la società di persone che vivono in un paese. Per tale ragione essa va protetta contro ogni forma di aggressione e delegittimazione. Occorre intervenire innanzitutto sulle cause che generano l’odio ed i crimini da esso motivati: si tratta di un problema anche culturale e che attiene pienamente alla dimensione educativa e di crescita di ciascun essere umano, e in quanto tale tocca inevitabilmente il sistema educativo, sociale e culturale del Paese. Occorre poi elaborare delle strategie nazionali per promuovere il rispetto dei diritti delle persone LGBT, ad esempio attraverso l’adozione di un Piano d’azione nazionale, casomai sulla scia dell’ottimo lavoro svolto dal Comitato Interministeriale sui diritti umani attraverso il Piano “Donne, Pace e Sicurezza”. C’è poi da affrontare il tema dell’eliminazione delle barriere che ostacolano o scoraggiano chi ha subito forme di discriminazione e di violenza dal rivolgersi alle autorità e far valere il proprio status di vittima. Occorre infine un sistema giudiziario che assicuri lo svolgimento di indagini effettive sui crimini commessi contro persone LGBT e in grado di condurre alla punizione dei colpevoli".

Qual è lo stato di salute dei diritti umani in Italia?

“Non va benissimo, purtroppo. I temi all’ordine del giorno ovviamente sono tanti. Ne cito solo alcuni. Dalla normativa sul contrasto all’immigrazione il cui impianto è rimasto sostanzialmente inalterato e fermo al decreto sicurezza del 2019 con misure che limitano l’esercizio dei diritti e non sono in linea con le norme internazionali e, come sottolineato dalla Corte costituzionale, con la Costituzione. Penso anche al rapporto con le nuove tecnologie e all’inevitabile processo di digitalizzazione che però è stato accelerato dalla necessità di reagire all’emergenza pandemica e può porre dei problemi dal punto di vista dei diritti fondamentali. C’è poi da affrontare anche il problema dell’impatto delle attività economiche sull’ambiente, sui diritti sociali, sul lavoro: penso al caso dell’ILVA, che è giunto all’attenzione della Corte europea dei diritti umani, all’inquinamento di fiumi e del mare, ma penso anche alla gestione da parte di operatori privati di infrastrutture pubbliche – ad es. la vicenda Autostrade S.p.a. - Ponte Morandi). C’è infine il tema dell’assenza nel nostro Paese di una authority sui diritti umani: un vuoto del nostro ordinamento giuridico che è l’unico (insieme a Malta) tra i Paesi UE a non essersi dotato di una tale istituzione. Su tutte queste problematiche dovremo fare prima o poi i conti se vogliamo continuare a definirci uno Stato democratico, che riconosce e tutela i diritti fondamentali”.

(Intervista di Domenico Salerno)

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