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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Caivano / Parco Verde

Caso Fortuna, finito l'incidente probatorio. La madre: "Le bambine nascondono altri segreti"

Al Tribunale di Aversa è stata ascoltata una delle due piccole testimoni che accusano Raimondo Caputo di aver violentato ed ucciso Chicca. Momenti di tensione all'esterno

Siamo soddisfatti di come è andato l'interrogatorio. Si è trattato di un accertamento chiave. Domani proseguiremo ma non posso rivelare di più”: così la criminologa Roberta Bruzzone - consulente della famiglia Loffredo - al termine della prima parte dell'incidente probatorio alle due figlie della compagna di Raimondo Caputo, l'uomo accusato di aver violentato ed ucciso la piccola Fortuna nel Parco Verde di Caivano.

LA TESTIMONIANZA - Le due amiche di Fortuna sono coloro le quali hanno indicato in Raimondo Caputo - che ieri si è visto negare dal tribunale la scarcerazione - l'"orco" che ha ucciso Chicca. Oggi una di loro ha raccontato la propria verità agli investigatori, questo mentre i legali ascoltavano da una stanza adiacente. L'altra bimba, oggi stanca, parlerà domani.

In mattinata l'avvocato dell'imputato, Salvatore Di Mezza, aveva definito le ragazzine teste "non attendibili", negando anche avessero subito a loro volta violenze sessuali ad opera di Caputo. "Il mio assistito è rimasto sbalordito dalle risposte che la bimba ha dato al gip attraverso la psicologa", ha poi aggiunto l'avvocato a proposito dell'incidente probatorio.

L'ATTESA - All'esterno del tribunale di Aversa si sono registrati nel corso della giornata diversi momenti di tensione. Tra una troupe televisiva ed alcuni parenti di Caputo, ma anche quando - all'arrivo dell'imputato - una donna ha accusato un malore.
Presenti tra gli altri anche Pietro Loffredo e Domenica Guardato, padre e madre di "Chicca", nonché – arrivata dal carcere di Pozzuoli dove è detenuta per aver protetto il compagno – Marianna Fabozzi.

I GENITORI DI FORTUNA – “Voglio giustizia per tutti i bambini che sono stati abusati e voglio che i colpevoli paghino per quello che hanno fatto", ha detto Pietro Loffredo, che già in passato si era auspicato che il sacrificio della figlia non risultasse inutile. La moglie, 28 anni, ha invece spiegato che il suo sospetto è che ci sia ancora molto altro da scoprire. "Per me le bambine che oggi verranno ascoltate nascondono ancora dei segreti", le sue parole.

"Voglio giustizia per la mia Chicca – ha quindi proseguito Mimma Guardato – Non la perdonerò mai, ha ancora le sue figlie (riferendosi a Marianna Fabozzi, ndR). La mia, invece me l'hanno uccisa. Avrei preferito un milione di volte averla su una sedia a rotelle. Invece sono costretta a portale fiori sulla sua tomba"”.

IL CASO ANTONIO GIGLIO – Vincenzo Guardato, il nonno di Fortuna, ha quindi puntato il dito contro gli inquirenti, riprendendo anche la vicenda di Antonio Giglio, altro figlio della Fabozzi morto in circostanze poco chiare un anno prima di Fortuna. "Se le indagini sulla morte di Antonio Giglio, archiviate troppo frettolosamente come un incidente, fossero state fatte con competenza e attenzione – ha spiegato – probabilmente Fortuna sarebbe ancora con noi".

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