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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Pizzo sul set di Gomorra, il regista Garrone ascoltato dai pm

Secondo quanto sostenuto dal pentito Oreste Spagnuolo, sarebbe stata imposta una tangente di 20mila euro dalla cosca per "autorizzare" la troupe ad alcune riprese del film nella zona di Castel Volturno

È arrivato ieri pomeriggio in Procura Matteo Garrone, regista del film "Gomorra", sentito come teste dai magistrati. Si indaga su una tangente da 20 mila euro che, secondo quanto sostenuto dal pentito Oreste Spagnuolo, sarebbe stata imposta dalla cosca per autorizzare la troupe a girare alcune riprese del film nella zona di Castel Volturno.

Episodio riferito fugacemente da Spagnuolo all'inizio della sua collaborazione con la giustizia e poi meglio dettagliato nel libro-intervista curato dalla giornalista Daniela De Crescenzo intitolato "Confessioni di un killer". I pm Giovanni Conzo e Cesare Sirignano, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, hanno dunque convocato sia Garrone sia Spagnuolo. I due sono stati ascoltati separatamente.

Al pentito, i pubblici ministeri hanno chiesto di fornire maggiori dettagli su quel racconto. E Spagnuolo ha confermato di aver appreso della richiesta di denaro da Alessandro Cirillo detto "'o Sergente", all'epoca dei fatti reggente della fazione bidognettiana dell'organizzazione. I malavitosi però non si erano resi conto di aver preso di mira il film tratto dal best seller di Saviano. "Se avessimo saputo che si trattava del film tratto dal libro di Roberto Saviano non avremmo chiesto il "pizzo". Avremmo impedito le riprese".

Garrone, dal canto suo, ha smentito di aver pagato alcuna somma di denaro ma ha confermato di essere stato accompagnato a casa di Cirillo da Bernardino Terracciano, che in "Gomorra" ha recitato interpretando la parte di "zì Bernardino". "Ma non sapevo chi fosse Cirillo, né che si trovasse agli arresti domiciliari".

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