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Cronaca

Mario Paciolla, un anno dopo: il dovere di chiedere giustizia

Il chiostro del Complesso di San Domenico Maggiore è stato teatro della commemorazione per il ragazzo, impegnato come osservatore dell'Onu per il rispetto degli Accordi di pace. Venne trovato impiccato nella sua abitazione, un omicidio

È passato un anno da quando, il 15 luglio scorso, l'operatore delle Nazioni Unite Mario Paciolla - napoletano, 33 anni - venne trovato morto nella sua casa di San Vicente del Caguán, alle porte dell’Amazzonia colombiana. Napoli oggi lo ricorda e continua a chiedere la verità.

Il chiostro del Complesso di San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico di Napoli, è stato teatro della commemorazione per il ragazzo, impegnato come osservatore dell'Onu per il rispetto degli Accordi di pace. Venne trovato impiccato nella sua abitazione.

"Per noi è fondamentale sapere la verità, sapere quello che è successo", dice la madre di Mario, Anna Motta. "Da cittadini aspettiamo che si conosca al più presto la verità, per mio figlio e per i tanti che hanno rimesso la loro vita per i propri ideali. Come genitori chiediamo giustizia", aggiunge il padre, Giuseppe Paciolla. Alla commemorazione sono intervenuti il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, fin da subito al fianco della famiglia e che un anno fa ha disposto l'esposizione sulla facciata di Palazzo San Giacomo di uno striscione con la scritta "Verità per Mario Paciolla" che ancora oggi campeggia sulla sede del Comune, padre Alex Zanotelli, gli avvocati Alessandra Ballerini ed Emanuela Motta che difendono la famiglia di Mario Paciolla, il senatore Gregorio De Falco, il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana Giuseppe Giulietti e il segretario del Sindacato unitario Giornalisti della Campania Claudio Silvestri, oltre ad amici e conoscenti del cooperante.

"Bisogna essere sempre ostinati nel ricercare, pretendere e richiedere verità e giustizia su questa vicenda così drammatica che ha colpito un nostro concittadino, impegnato con passione e sete di giustizia per la difesa della terra e contro le diseguaglianze in un territorio difficile", ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. "Noi ci auguriamo - ha aggiunto de Magistris - che il Governo segua con forza, determinazione, diplomazia ed efficacia l'azione di ricerca di verità e giustizia. Napoli ha dimostrato in questo anno, come comunità sensibile e plurale, oltre che noi come Amministrazione, di stare vicino alla famiglia".

Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi: "Ogni qual volta c'è una famiglia che reclama verità e giustizia, che siano i Paciolla, i Regeni, gli Alpi o i Hrovatin, abbiamo il dovere di illuminare la loro richiesta di verità e giustizia, perché il vero pericolo è l'oblio". "I regimi puntano sull'oblio per cancellare le tracce - ha aggiunto Giulietti - quindi noi abbiamo il dovere di illuminare la richiesta della famiglia e dei legali, e abbiamo il dovere di ricordarci che Mario è stato anche un giornalista e ha scritto splendidi reportage su Napoli e sulla pace. Valutiamo di raccogliere tutti gli scritti di Mario per ricordarlo anche in questa veste".

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