rotate-mobile
Cronaca

“Marea Nera”: l'inchiesta sul percolato campano trasferita a Roma

Nel procedimento indagati tra gli altri Bertolaso, Pansa, Bassolino, Mascazzini e Catenacci. Secondo l'accusa il percolato dei Cdr finiva a mare, dato che i depuratori non erano funzionanti

Smaltimento del percolato prodotto dai Cdr campani: l'inchiesta si sposta a Roma. Nel procedimento, che vede imputato tra gli altri l'ex prefetto di Napoli ed attuale capo della polizia Alessandro Pansa, segue quindi l'altro filone (chiamato “Rompiballe”) – quello sui presunti illeciti nella gestione delle discariche – già trasferito nella Capitale negli anni scorsi.

A deciderlo è stato oggi il gup Carlo Alessandro Modestino, che ha accolto un'istanza di incompetenza funzionale avanzata dagli avvocati del collegio difensivo. Pansa è coinvolto in quanto ex commissario straordinario all'emergenza rifiuti in Campania: secondo l'accusa, il percolato finiva direttamente in mare, dato che i depuratori nei quali veniva versato non funzionavano.

I pm partenopei avevano chiesto il rinvio a giudizio di 39 persone e dieci società. Tra i 39, anche Guido Bertolaso e l'allora suo braccio destro Marta Di Gennaro, l'ex direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, l'ex presidente della Campania Antonio Bassolino. Per 30 di queste, tra cui Bassolino e un altro ex commissario governativo, Corrado Catenacci, le accuse erano di associazione a delinquere e traffico di rifiuti.

Diversa la posizione di Pansa, a cui è contestato solo il traffico di rifiuti. L'inchiesta è denominata “Marea Nera”, appunto riferendosi al percolato, la sostanza tossica prodotta dallo stato di decomposizione dei rifiuti solidi urbani.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Marea Nera”: l'inchiesta sul percolato campano trasferita a Roma

NapoliToday è in caricamento