Settemila da Aversa a Giugliano contro l'inceneritore: il diluvio non ferma le coscienze
Più di 6 km a piedi, sotto la pioggia battente: la protesta contro inceneritori e avvelenamento del territorio tra Napoli e Caserta non si arresta. "Siamo sempre di più, vi assedieremo"
Nonostante la pioggia battente, il diluvio che a tratti si è scatenato ieri, 8 ottobre, la marcia prevista da Aversa a Giugliano per protestare contro l'inceneritore e contro l'avvelenamento del territorio compreso tra Napoli e Caserta non solo si è svolta regolarmente, ma ha anche registrato la partecipazione di oltre settemila partecipanti.
Un dato molto significativo, sbalorditivo se si considerano le avverse condizioni atmosferiche e il lungo percorso da affrontate appunto sotto il diluvio: oltre i 6 km.
Non c'è nessun dubbio: niente può arrestare la consapevolezza e la coscienza dei cittadini della cosiddetta 'Terra dei Fuochi', è un fiume in piena che non si fermerà finché non avrà ottenuto il ritiro ("la sospensione non ci basta - votata nelle scorse ore dal Consiglio regionale -, vogliamo certezze") del bando di gara per la costruzione di un inceneritore a Giugliano, azioni concrete contro i roghi tossici e lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, l'avvio di bonifiche serie e fatte con trasparenze sotto il controllo popolare ("Non permetteremo che diventino il nuovo business di chi fino a oggi ci ha avvelenato" dichiarano i manifestanti).
Dalla stazione di Aversa, alle 16, partono circa in tremila e arrivano da ogni parte della provincia di Napoli e Caserta: dopo 6 km e quasi 4 ore di cammino sono più che raddoppiati. Tra i manifestanti anche don Maurizio Patriciello e padre Alex Zanotelli. Al corteo si uniscono a centinaia altri manifestanti nei punti di collegamento con i paesi confinanti: folti gruppi arrivano da Melito, Calvizzano, Mugnano, Qualiano ecc... Alle Colonne di Giugliano, all'incrocio con l'antica via Appia, l'incontro più importante, non solo tra persone, tra cittadini, tra manifestanti, ma anche tra territori. Per la prima volta l'area a nord di Napoli è davvero una sola, unita, una grande comunità. Una comunità che ha imparato a proprie spese che le emergenze che sembrano 'locali' in realtà sono e devono essere di interesse nazionale, devono riguardarci tutti. A dirlo con chiarezza che nessuno può sentirsi escluso è un bellissimo striscione del 'Moviemento Migranti e Rifugiati' che recita: "Da Lampedusa a Giugliano, solo uniti vinciamo". E' vero, solo uniti si vince.
Quando la testa del corteo arriva ai piedi della chiesa dell'Annunziata a Giugliano, i cui gradini fungeranno da palco, la fine della marea umana non si vede. La piazza è pienissima, tanto che non tutti riusciranno ad accedere.
Sul palco improvvisato c'è il gonfalone del Comune di Napoli (portato dal vicesindaco Sodano, che ha preso parte alla marcia e con lui anche rappresentanti del Comune di Marano e di Parete), ma, fanno notare i manifestanti visibilmente indignati per l'assenza, manca quello del Comune di Giugliano (che al momento, lo ricordiamo, è commissariato).
A caratterizzare le manifestazioni di questi ultimi tempi è sicuramente la massiccia presenza di giovani e sarà proprio una giovanissima attivista, Federica De Gennaro, di appena 17 anni a leggere alla piazza il documento stilato dai comitati in lotta. Un documento che attacca l'intero piano di rifiuti della Regione, un piano integrato che prevede ancora discariche e inceneritori (e i manifestanti sono chiari: "siamo contro gli inceneritori qui e altrove, sono impianti inquinanti che causano tumori") invece di incentivare la raccolta differenziata, il compostaggio e le tecniche meccaniche: "Noi non intendiamo piangere ancora i nostri morti per tumore, intendiamo reagire, abbiamo il dovere di combattere questa battaglia" si legge nel documento. Dal palco, infine, si lancia anche il prossimo importante appuntamento: il 14 ottobre a partire dalle 9 davanti alla sede della Regione Campania: "Siamo sempre di più, vi assedieremo e se non ci darete ascolto, vi obbligheremo ad ascoltarci".
Solidarietà e richiesta di liberazione anche per il giovane attivista napoletano di Greenpeace che in Russia è accusato di pirateria insieme ad altri 28 attivisti e che rischia una condanna a 15 anni di carcere. A dimostrazione che le battaglie per la vita e la salvaguardia dell'ambiente sono tutte legate tra loro.
Poi la parola passa ad Alex Zanotelli, che con il suo intervento infiammerà la piazza: "Giovani a voi non appartiene il futuro, ma il presente. Questo presente è vostro, dovete prendervelo e cambiarlo, adesso".
La mobilitazione si chiude con la musica dei Bidonvillarick, sulle note che escono fuori da strumenti ottenuti con materiale da riciclo.