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Cronaca

Flash mob, strade tappezzate di manifestri funebri e statuette del presepe: Napoli è tutta per Diego

"Napoli piange il Dio del calcio Diego Armando Maradona"

Napoli non dimentica il suo campione, colui che ha regalato i due scudetti, gli unici della sua storia, contribuendo almeno su un campo di calcio a quel riscatto sociale tanto agognato dal popolo napoletano. I muri delle strade di Forcella sono tappezzati di manifesti funebri dedicati al fuoriclasse: "Napoli piange il Dio del calcio Diego Armando Maradona" . In tanti quartieri vengono esposte ai balconi bandiere e maglie del 10 più famoso del mondo.

L'omaggio a Diego a San Gregorio Armeno

A San Gregorio Armeno, semivuota per l'emergenza Covid, i maestri del Presepe hanno voluto ricordare Diego con una iniziativa speciale: "Maradona era uno di famiglia. Questo tributo è come quello che avremmo fatto a un nostro parente", spiegano in coro tributando anche un applauso scrosciante in onore di Diego.

Napoli ricorda così Maradona (Foto De Cristofaro)

Tanti i tifosi presenti all'esterno dello stadio: "Era uno di noi"

Partecipazione trasversale al flash mob per Maradona davanti allo stadio San Paolo, presenti oltre a coloro che hanno vissuto in pieno l'epoca del campione argentino, anche tanti giovanissimi. Tanti i cori e le testimonianze dei tifosi: "Diego era uno di noi non lo dimenticheremo mai".

Tifosi flash mob Maradona (Foto Romano)

Stadio Maradona presto realtà

"Quanti secondi ci ho messo a decidere? Pochi attimi, ma sono stati attimi di popolo perché siamo stati inondati tutti dello stesso sentimento", spiega Luigi de Magistris a "Tagadà". "Intitoleremo questo stadio che fa parte della nostra vita e della nostra storia al più grande giocatore di tutti i tempi. Nel giro di 10-15, giorni in tempi rapidissimi, chiuderemo anche la pratica formale", ha aggiunto. Nel frattempo gli ultras però chiedono di posticipare la trasformazione da stadio San Paolo a stadio Maradona quando ai tifosi sarà riconsentito tornare nell'impianto di Fuorigrotta (ora vietato per l'emergenza Covid).

LA FIACCOLATA DEI TIFOSI ALL'ESTERNO DEL SAN PAOLO - VIDEO

Funerale in Argentina

Nella Casa Rosada a Buenos Aires, il palazzo presidenziale argentino,  è stata allestita la camera ardente. In tantissimi sono in coda per salutare per l'ultima volta il campione argentino. Entrano a testa bassa, con grande rispetto si avvicinano alla bara ricoperta dalle maglie che ha indossato nella sua carriera Maradona e dalla bandiera dell'Argentina, più che possono, viste le alte misure di sicurezza approntate, anche al fine di evitare assembramenti pericolosi per la diffusione del Covid. Il pibe sarà sepolto nel Jardin de Bella Vista a Buenos Aires, accanto a mamma e papà. Il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez, ha decretato tre giorni di lutto nazionale.

Il decesso e i soccorsi

Maradona è morto alle 13 locali di ieri (le 17 in Italia). Stava trascorrendo la convalescenza dopo un'intervento al cervello per un edema subdurale, a Villanueva a Tigre, località situata a pochi passi da Buenos Aires, in una residenza presa in affitto. Alle ore 12.00 è stato colpito da un infarto. I medici hanno tentato di rianimarlo, ma invano. Sul posto sono arrivate ben nove ambulanze. "Diego Armando Maradona è morto di morte naturale. Non ci sono segni di violenza", ha subito detto in una conferenza stampa il procuratore generale di San Isidro, John Broyard. L'autopsia eseguita poche ore dopo la morte nell'ospedale di San Fernando ha stabilito che l'insufficienza cardiaca ha provocato un edema polmonare acuto. Sei medici hanno preso parte all'esame autoptico e tra questi c'era anche un perito nominato dalla famiglia. I familiari di Diego hanno chiesto ai medici di evitare fotografie alla salma del loro caro.

Ombre dal legale di Diego: "Lasciato solo 12 ore"

Il legale dell'argentino su Twitter ha pubblicato un comunicato stampa nel quale denuncia che per 12 ore Diego Armando Maradona sarebbe stato lasciato da solo nel suo appartamento al Tigre, a pochi passi da Buenos Aires, senza "attenzioni o controlli da parte del personale sanitario dedito a questi fini. L'ambulanza ha impiegato più di mezz'ora per arrivare, un'idiozia criminale. Ciò non va trascurato e chiederò che le conseguenze siano oggetto di indagine".

Matias Morla non manca anche di salutare quello che oltre ad essere il suo assistito era anche un amico: "E' un giorno di profondo dolore, tristezza e riflessione. Sento nel cuore la dipartita del mio amico che ho onorato con la mia lealtà e il mio sostegno fino all'ultimo giorno. L'ho salutato di persona":

COMUNICADO pic.twitter.com/phPvRVkAXT

— MATIAS MORLA (@MatiasMorlaAb) November 26, 2020

Renica, il dramma della figlia e quella telefonata di Diego

Alessandro Renica, difensore del Napoli dei due scudetti, difende in un post su Facebook; "È giunta l’ora di raccontarvi una storia molto triste per me, ma con un bel finale però", spiega Renica. "Non avrei mai voluto farlo, ma oggi è il momento – va avanti – lo devo a Diego". Il racconto di Renica riguarda la figlia che ha avuto, Federica, e la sua gemella Veronica che invece non superò il parto. Era il 1996, le gemelle nacquero prematuramente, di 28 settimane. "Qualche giorno dopo io nello sconforto più totale e pieno di tranquillanti ricevo una telefonata, l'unica – spiega Renica – non me ne vogliano i miei compagni, ma è pura verità".

Era Diego Armando Maradona. L'ex capitano fino a 5 anni prima di Renica "dice delle parole così belle che mi risollevano, mi danno forza e coraggio e speranza (visto che anche Federica era in pericolo di morte)". "Mi dice queste parole che sono scalfite nella mia mente e nel mio cuore – prosegue l'ex compagno di Maradona – 'Ale io da oggi in poi pregherò per tua figlia Federica tutti i giorni e vedrai che andrà tutto bene'. E come al solito il dio del calcio ha avuto ragione". "Poi qualcuno si chiede perché lo amavamo... – è la conclusione di Renica – Diego non si tocca, non ci provate, non ve lo permetterò".

Macron celebra il Dio del calcio

"La mano di Dio aveva depositato un genio del calcio sulla terra. Ce l'ha appena tolto, con un dribbling imprevisto che ha ingannato tutte le nostre difese. Voleva, con questo gesto, risolvere il dibattito del secolo. Maradona è il più grande giocatore di calcio di sempre? Le lacrime di milioni di appassionati rispondono oggi con una prova dolorosa. Diego diventò Maradona nel sud d'Italia (dopo Barcellona) ha ritrovato la passione degli stadi sudamericani, il fervore irrazionale dei tifosi e ha portato Napoli sulla strada dello Scudetto e ai vertici del calcio europeo. Un giocatore sontuoso e imprevedibile, il calcio di Maradona non si era mai visto prima. Con un'ispirazione sempre nuova, inventava costantemente gesti e colpi. Un ballerino, non un atleta, un artista che incarnava la magia del gioco", sono le parole del presidente di Francia, Emmanuel Macron sulla morte di Maradona all'età di 60 anni, sil sito dell'Eliseo.

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