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Cronaca

Maradona e il fisco, rigettata la richiesta sospensiva debito

La sezione 17 della Commissione Tributaria provinciale di Napoli non ha accettato le richieste del collegio difensivo del Pibe de Oro, ma l'avvocato Pisani non si arrende: "Faremo ricorso alla Corte Europea di Strasburgo"

La sezione 17 della Commissione Tributaria provinciale di Napoli, presidente il magistrato Gaetano Annunziata ha rigettato la richiesta di sospensiva del debito di 38 milioni di euro che Diego Maradona dovrebbe corrispondere al Fisco italiano, presentata dal collegio difensivo del Pibe de Oro.

L'udienza per discutere il merito é stata fissata per il prossimo 5 aprile ed il legale dell'ex capitano del Napoli, l'avv. Angelo Pisani, annuncia già battaglia: "Il 5 aprile, comunque, nel merito del giudizio, Maradona dimostrerà davanti a nuovi giudici l'inesistenza del titolo che lo perseguita, nonché l’illegittimità e la prescrizione della scandalosa pretesa di Equitalia, e quindi l’ infondatezza del rigetto della sospensiva da un collegio che dall’ inizio non ha assicurato alla difesa di esser sereni e un giusto processo".

"Faremo ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la violazione della convenzione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e presenteremo esposto per il calcolo degli interessi e spese folli pretesi da Maradona in uno all'assurda e antenata pretesa del fisco", afferma con decisione Pisani.

"La Commissione Tributaria negando a Maradona di poter di fatto esercitare il proprio diritto di circolazione in Italia prima ancora di una sentenza definitiva, esasperando le cosiddette misure cautelari cui spesso assistiamo nei processi penali e oggi anche in quelli fiscali, non accerta l’inesistenza della presunta cartella e dei titoli del fisco mai esibiti in giudizio, non considera la prescrizione dei presunti addebiti, non riesce a distinguere la differenza tra sentenza di rito e di merito e addirittura giustifica senza motivazione una pretesa per oltre 30 milioni di euro fatta solo di spese ed interessi targati Equitalia, tra l'altro abrogati dalla recente normativa italiana", spiega il fondatore di Noi Consumatori.

Visto che non vi è ancora stata alcuna notifica, non conosciamo le motivazioni del provvedimento di rigetto della sospensiva, noto solo a Equitalia e che impugneremo come per legge, ma a questo punto oltre a rivolgerci alla Corte Europea chiederemo anche alle massime autorità istituzionali e giudiziarie italiane che il processo venga celebrato con la massima trasparenza e serenità davanti a nuovi giudici. La giustizia più volte arriva tardi, ma il tempo sarà il miglior giudice e noi pretendiamo un giusto processo", la conclusione di Pisani.

 

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