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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Angelo Pisani: "L'abbraccio di Diego quando gli dissi che non era un evasore mi mette ancora i brividi"

"Ho vissuto in simbiosi con Maradona. Giusto si indaghi sulla sua morte, anche se nessuno potrà restituircelo. Il bello però ancora venire, si trasformerà in una religione, in una filosofia, il suo pensiero. Ha fatto sognare tutto il mondo". L'intervista all'avvocato napoletano di Diego

"Fidel Castro, Maduro, il Papa, grazie a Diego ho vissuto avventure incredibili in giro per il mondo. Eravamo in simbiosi. Ora che è morto capisco ancora di più la sua grandezza. Il mondo si è fermato, tutti ne parlano, anche chi non lo conosceva, ma siamo solo all'inizio, la sua filosofia e la sua religione dureranno per sempre". L'avvocato Angelo Pisani ha tutelato per diversi anni gli interessi di Diego Armando Maradona in Italia, difendendolo in particolare nella annosa e dura battaglia contro il Fisco. Oltre al rapporto professionale si è instaurata un'amicizia forte con Diego, non sempre benvista però dal clan argentino del Diez.

- Tutto è iniziato con una telefonata...
"Bruscolotti e alcuni giornalisti italiani mi parlarono della sua vicenda legale per primi. Doveva pagare 40 miloni di euro al Fisco (36 milioni di sole sanzioni). Ci sentimmo al telefono e mi invitò da lui, voleva capire perchè lo trattavano come il peggiore criminale, negandogli la possibilità di tornare in Italia".

- Quando vi incontraste cosa gli dicesti?
"Gi dissi che non era un evasore, capì che per quell'ipotesi di reato esistente era già anche stato assolto. Mi abbracciò così forte che mi fece sentire un'emozione incredibile. Vidi l'uomo uscire dall'incubo. Chiamò le figlie e disse 'vostro padre non è mai stato un evasore e ora lotteremo per la libertà'. Subito dopo aver capito che era innocente decise di intraprendere questa battaglia non solo per sè, ma per tutti i perseguitati". 

- Che idea ti sei fatto della sua morte? Si ipotizza il reato di omicidio colposo.
"La sua morte è ancora da chiarire. Tanti gli aspetti strani, i soccorsi, specie in questi tempi di Covid, sono particolari, ma ciò che mi ha impressionato soprattutto è stata la telefonata del suo medico al pronto soccorso, molto strana. Giusto che si indaghi. Se ci sono stati sbagli, si accertino le responsabilità, ma niente e nessuno potrà restiruitrlo al mondo. Maradona è una religione che va solo rispettata".

-Hai conosciuto a fondo Maradona. Cos'è che ti mancherà più dell'uomo Diego?
"Non basterebbe un'enciclopedia per ricordare Diego nel privato, l'uomo, quello che non conosce la stragrande maggioranza. Tutto il mondo si è fermato e si parlerà per sempre di lui. Molti ne parlano solo per sentito dire, perchè fa parte dell'aria, ma in pochissimi l'hanno davvero conosicuto. Io ho avuto l'onore di viverlo, immenso. Posso dire che nel privato era inimmaginabile, per la sua spensieratezza, per la sua felicità vera, i suoi vizi umani, le sue doti e pregi. Uomo di grande cultura, coraggio, onore. Non faceva mai compromessi con nessuno. Era impossibile annoiarsi con lui".

-Com'era nel privato?
"Era sempre Maradona in tutto. Telecamere accese o spente era sempre se stesso. Un uomo straordinario. Chi ne parla male lo fa solo per ignoranza e per invidia. Ho mangiato, dormito e viaggiato ovunque con Diego, sono stato con lui da Maduro, da Fidel Castro, dal Papa. Era geniale, arguto. Mi anticipava sempre. Era nato povero, ma era rimasto poi il difensore dei deboli, non snobbava nessuno. Mi ha insegnato che nella vita tutto è possibile se si vuole. "Il bene può vincere sempre su ogni male", mi diceva. Faceva sempre e solo quello che era nella sua testa. La nostra era una simbiosi più che un rapporto di lavoro. Il nostro rapporto ha suscitato molte gelosie e qualcuno ha cercato di mettere il bastone tra le ruote, come hanno impedito che potesse fare pace con il figlio Diego jr". 

-Cosa pensi che accadrà? Come sarà ricordato?
"Diego è la storia. Il bello ancora deve venire, si trasformerà in una religione, in una filosofia, il suo pensiero. Ha superato qualsiasi artista. Ha fatto sognare tutto il mondo".

- C'è un rimpianto che Diego ti aveva confidato di avere e un progetto che avrebbe voluto realizzare se fosse rimasto in vita?
"Il suo sogno era di salvare i giovani dal male e da questo mondo marcio diceva che il pallone era un binario di felicità. C'erano tanti campioni di cui lui si sentiva il papà. Voleva realizzare una casa del calcio per dare la possiblità ai bambini di giocare al pallone, studiando per non essere sopraffatti dal successo". 

- Che ne pensi della decisione di dedicargli lo stadio San Paolo e di quel comunale fortunatamente poi ritirato dal comune?
"Scontato. Era già lo stadio di Maradona e lo sarà sempre. Il nome comunale ipotizzato inizialmente era un segno di egosimo. Il migliore nome era StAd10os, diceva tutto. A Diego si devono intitolare anche le chiese, lui era ed è uno strumento di Dio".

-Se chiudi gli occhi qual è la perla calcistica che ti viene per prima in mente di Diego?
"Nel mio prossimo libro parlerò di tante magie di Maradona, metterò per iscritto il ringraziamento ad un uomo che ho scoperto ancora più grande di quando era tra noi. Al di là dei gol contro l'Inghilterra, un altro gol bellissimo è quello contro il Milan di testa, con la palla che lentamente entra in rete, accompagnata dal soffio dei tifosi. Tra l'altro era proprio il Milan il vero rivale degli anni di Diego al Napoli, la Juve era sempre stata annientata. E mi fa piacere che quest'anno potrebbe riproporsi una sfida di calcio vero tra Milan e Napoli per la vittoria in campionato".

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