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Cronaca Pompei

Operatori turismo, la manifestazione a Pompei: "A morire sia il Covid non il lavoro"

Sono state soprattutto le "piazze forti" della proposta turistica campana a farsi sentire, ovvero Pompei, Amalfi, Capri, Ischia e Sorrento

Maxi manifestazione, stamattina a Pompei. Molte - a rappresentare il disagio che il comparto turistico sta vivendo in Campania - le categorie scese in strada: gli imprenditori delle strutture ricettive, i lavoratori stagionali, gli chef, gli operatori del trasporto turistico.
Sono soprattutto le "piazze forti" della proposta turistica campana a farsi sentire, ovvero Pompei, Amalfi, Capri, Ischia e Sorrento. "Salviamo la stagione, che nessuno resti indietro" il messaggio contenuto in un volantino che girava tra i presenti.

Prima della pandemia di Coronavirus quello turistico era evidentemente un traino per l'intera Campania: secondo un'analisi promossa dall'istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del consiglio nazionale delle ricerche, e presentata alla Borsa Mediterranea del turismo di Napoli nel 2019, nel 2018 gli arrivi e le presenze erano aumentati rispettivamente del 7,7% e del 3,3%. In valore assoluto corrispondono circa 6.075 milioni e 21.132 milioni.

I manifestanti hanno inscenato un presidio sotto la sede del Comune di Pompei, a ridosso del santuario.

"La filiera turistica è scesa in pizza per il sostegno alle famiglie, la dignità dei lavoratori di tutto il comparto e del trasporto turistico", hanno spiegato i presenti, con l'obiettivo di arrivare ad una "ripartenza in sicurezza". Sul tavolo anche certezza sui ristori e campagna vaccinale.

Numerosi gli striscioni preparati per l'occasione dai manifestanti tra cui "Inglesi, americani e tedeschi aspettano segnali credibili per venire da noi. Diteci pubblicamente cosa state facendo! Senza vaccini non si lavora: dateci i vaccini (organizzeremo noi il resto)', oppure "Chiusure alle ore 23 e poi alle 24? Si può fare, applicando controlli rigidi e sanzioni severe" e "Che a morire sia il Covid, non il lavoro".

Il messaggio dell'arcivescovo di Pompei

Alla manifestazione ha dato il proprio sostegno anche l'arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il santuario mariano, monsignor Tommaso Caputo. "La solidarietà vi spetta di diritto", scrive in una lunga lettera di risposta ad una precedente missiva ricevuta da Rosario Fiorentino, coordinatore della manifestazione.

"La pandemia - spiega Caputo - non ha risparmiato nessuna delle nostre debolezze e continua a infierire anche sugli errori e sulle inadempienze di un passato che presenta, oggi, conti implacabili, ma forse anche ingenerosi''. ''Il fermo forzato è stato certamente traumatico - ha proseguito l'arcivescovo di Pompei - Lo choc continua a essere enorme". "Sappiamo bene che la nostra Campania, la regione di punta di un Mezzogiorno che attende ancora un riscatto, è gravata da problemi strutturali tanto acuti e profondi da essere diventati l'anello debole del piano programmato per la ripresa e la rinascita di tutto il Paese. Ma senza dubbio ogni piano, in questo tempo della pandemia, non può che partire dalle situazioni che voi oggi rappresentate: quella di esponenti, tutti insieme, di un comparto che cerca la via della rinascita e mette in campo le proprie energie, le proprie capacità e la propria sperimentata professionalità. Nel momento in cui le difficoltà sono ancora al centro della scena, a un settore come il vostro, la solidarietà spetta di diritto. È in sostanza una forma, e mai abbastanza congrua, di un risarcimento dovuto''.

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