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Duemila in piazza contro il debito. De Magistris attacca: "Ora devono risarcirci"

Vince ma non stravince. La manifestazione voluta dalla Giunta de Magistris supera nei numeri la contromanifestazione voluta da Pd e una parte della società civile. Oltre duemila gli arancioni riuniti in piazza Municipio, solo poche centinaia gli antagonisti in piazza Trieste e Trento, che si sono nche dispersi all'arrivo dei militani di Casapound e Forza Nuova. 

Eppure, la mobilitazione davanti al Municipio sembra non aver fatto presa sulla città. Presenti comitati cittadini, centri sociali, sigle sindacali. Decine le bandiere svntolate, ma è sembrata mancare la partecipazione della gente comune. 

Il sindaco di Napoli si è presentato carico sul palco a mezzogiorno circa: "Non pagheremo un debito risalente ai commissariamenti post terremoto e per i rifiuti. Vista la giornata di oggi, non basterà la cancellazione del debito, il Governo dovrà risarcire Napoli per quanto ha penato in questi anni". 

De Magistris promette battaglia fino al raggiungimento del risultato: "Altrimenti avranno sul collo il mio fiato e quello di tutti i cittadini che non vogliono subire un torto". La questione del debito ingiusto è nata all'indomani della sentenza della Corte dei Conti, che ha preteso che il Comune inserisse in bilancio circa 140 milioni di debito ereditato dagli anni '80 per la gestione del post terremoto. Prima del sindaco era stato l'assessore al Bilancio Enrico Panini a spiegare ancora una volta da dove parte questa battaglia: "Questo è un debito che non ci appartiene, ma appartiene a chi ha malgestito i commissariamenti dei decenni precedenti. Invece, cercano di farlo pagare a noi, bloccando la cassa e impedendoci di fornire i servizi ai cittadini. In 7 anni, l'amministrazione de Magistris ha ridotto il disavanzo". 

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