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Cronaca Terzigno

Terzigno, occupata la casa comunale. In quattro sul tetto

Il sindaco rassicura: "Cava Vitiello non sarà riaperta". Protesta terminata solo nella tarda serata. Distribuzione di volantini e dibattito tra i cittadini

Mentre centinaia di cittadini seguono i blocchi stradali ed i presidi presenti in ogni ingresso della discarica altri cittadini, seguiti dai comitati e dalle associazioni decidono di andare nella casa comunale per occuparla e mobilitare anche le istituzioni. In via Gionti 16 appunto centinaia sono i manifestanti, anche loro pacifici, che hanno occupato lo spiazzale esterno della struttura.

Quattro di loro salgono sul tetto e calano uno striscione che recita semplicemente un "No alla Discarica". I quattro manifestanti vengono intimati, sia dai cittadini presenti che dal Sindaco del Comune di Terzigno, Domenico Auricchio, a scendere, scongiurando così quello che per disperazione sarebbe potuto trasformarsi in tragedia.

"Non vi preoccupate - grida il Sindaco - Cava Vitiello non sarà aperta, ve lo prometto". Pronta la risposta dei manifestanti col megafono: "Sindaco, vogliamo le carte firmate". Atti ufficiali, quindi, la richiesta dei cittadini. Intanto Auricchio si allontana dalla casa comunale per incontrare il Prefetto. I cittadini vesuviani, come forma di protesta, minacciano gesti estremi se non dovessero ottenere un incontro col prefetto.

Varie le richieste: l'immediata chiusura della discarica Sari a causa dell'inquinamento delle falde e la conseguente bonifica; la cancellazione di Cava Vitiello dalla legge 123; l' immediata smilitarizzazione del territorio; il cambiamento radicale del piano rifiuti regionale che prevede solo discariche ed inceneritori ed infine un nuovo piano rifiuti, condiviso dalla popolazione, che vada verso l'obiettivo dei rifiuti zero.

I quattro manifestanti sul tetto sono scesi solo in tarda serata di ieri. Una protesta pacifica, con distribuzione di volantini e dibattito tra i cittadini del posto. A Terzigno hanno emanato un'ordinanza per l'inquinamento: ci sono falde di acque tossiche, è sconsigliabile quindi usarle per la coltivazione. Quella della discarica è un'area protetta da quando è nato il Parco Nazionale del Vesuvio. La forestale non fa piantare tralicci in ferro, non fa coltivare vigneti, fa camminare solo in determinate zone. Adesso il Governo vuole metterci altra spazzatura. Questo fa imbestialire i cittadini, che sono sempre più convinti della loro battaglia.

"Terzigno e Boscoreale - afferma un manifestante - fanno la raccolta differenziata, spesso arrivano anche al 60%, ma per quale motivo dovremo accollarci noi addosso questo peso della discarica? Vogliamo sapere perché a Napoli non fanno la raccolta differenziata. È assurdo che il corpo forestale dello stato che non ci fa passeggiare sulla pineta, scorti i camion per sversare rifiuti". Molte le motivazioni che spingono i manifestanti a restare nella sede comunale, nonostante l'ora e il freddo che inizia a farsi sentire. "Gli auto compattatori - continuano i cittadini - non vengono nemmeno controllati, perdono percolato. Nessun camion viene fermato, non si sa cosa ci sia dentro. Ma noi sappiamo, secondo fonti certe, che molti sono anche rifiuti tossici".

Dura la contestazione soprattutto verso la legge 123/2008, che viene definita "antidemocratica e fascista". Questa, infatti, prevede la militarizzazione dei siti di smaltimento che hanno la possibilità di far sversare rifiuti di ogni tipo, anche quelli di codice CER, quindi velenosi. Indiscrezioni dicono che nella Cava Vitiello ci siano addirittura ceneri tossiche. Nessuno può controllare nei siti militarizzati, nemmeno i sindaci dei comuni. Stessa cosa vale per gli autocompattatori.

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