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Cronaca

"Mi sento in colpa per i miei antenati": donna bergamasca manda una lettera di scuse al Sud

"Ero convinta che avessimo liberato il Sud dalla tirannia dei Borbone, ma ora so che non è andata così". Pubblicata sullla pagina Briganti, la missiva ha scatenato il dibattito sul web

Sta facendo molto discutere una lettera inviata alla pagina facebook “Briganti" e riproposta in primo luogo da NapoliStyle.

A scriverla una donna bergamasca: in essa l'autrice chiede scusa al Sud per quanto successo dai tempi dell'unificazione d'Italia in poi.

Eccola, nella sua versione integrale:

Mi permetto di scriverVi per un viscerale bisogno di chiedere perdono.

Sono originaria di Bergamo, Città dei Mille (e purtroppo anche della Lega, oggi), cresciuta nella più salda convinzione che qualche mio antenato, 150 anni fa, avesse forse potuto aver contribuito a liberare il Sud dalla tirannia dei Borbone. Era una favola fatta di eroi e di alti valori morali, qualcosa di cui andare fiero, in cui essere portati a riconoscersi. Mi dispiace. Mi dispiace da più profondo del cuore. Ora so cosa c’è dietro quella favola, ora che mi hanno aperto gli occhi e che mi sono documentata su come andarono veramente le cose, mi sento male. Mi sento in colpa per quello che quei miei antenati potrebbero aver fatto, ora, mi sento in colpa per aver creduto alla storia che mi hanno insegnato sui banchi di scuola, mi sento in colpa per non essermi fatta mai delle domande prima, mi sento in colpa perché oltre ad aver fatto del male a 9 milioni di persone 150 anni fa, si continua a farne oggi negando la realtà storica di quegli avvenimenti, condannandoli al silenzio per chi sarà meno fortunato di me e non avrà un amico napoletano pronto a prestargli dei libri ed a confrontarsi su questi argomenti.

Lo so che non serve a niente chiedere perdono, ora, ma mi dispiace davvero. Dal più profondo del cuore. M.F.

Qualcuno, un amico napoletano, ha finalmente spiegato lei come sono ndate veramente le cose: nessun meridione liberato, nessun mito risorgimentale quindi, ma la storia scritta dai vincitori. Sul web naturalmente grande apprezzamento per la presa di coscienza della donna, e la speranza che sempre più napoletani e non possano rendersi conto di come sono andate davvero le cose.

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