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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Lotta alla malavita, i 5 latitanti più importanti arrestati di recente dai carabinieri di Napoli

Tra i 29 latitanti messi in manette dal 2020 dai militari partenopei, figuravano tra i primi cento più ricercati. Adesso l'obiettivo numero uno è "Renatiello" Cinquegranella

È un momento particolarmente intenso nella lotta alla malavita nell'intero territorio nazionale. L'arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto ieri non è un episodio isolato: anche nel capoluogo partenopeo, grazie al lavoro del Nucleo Investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, 29 latitanti sono stati assicurati alla giustizia tra il 2020 e l'inizio del 2023.

Lo scorso 10 gennaio ne è stato arrestato l'ultimo, il 34enne Christian Porro, destinatario di un ordine di carcerazione in quanto condannato a 11 anni per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine.

Cinque tra i 29 latitanti messi in manette figuravano tra i primi cento più ricercati: si tratta di Vincenzo Ciriello, 62 anni, catturato il 2 marzo 2021 in Francia; di Gaetano Guarino, 59 anni, arrestato in Tunisia; di Angelo Minichino, 51 anni, sorpreso a Berlino l'11 aprile 2022; di Vincenzo Cinquegrana, 58 anni, arrestato a Barcellona, broker del narcotraffico; Bruno Carbone, narcos internazionale anch'egli tra i "latitanti pericolosi", arrivato all'aeroporto di Ciampino con un volo partito dalla Turchia lo scorso 15 novembre.

Obiettivo Cinquegranella

Dal 6 ottobre del 2002 l'attenzione dei militari è puntata soprattutto su Renato Cinquegranella, camorrista napoletano 73enne inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità e facenti parte del "programma speciale di ricerca" del gruppo Interforze.

Soprannominato "Renatiello", ha a suo carico complessivamente 17 condanne, per una lista di reati che va dalla resistenza a pubblico ufficiale a omicidio, passando per furti, lesioni, associazione mafiosa, detenzione e porto di armi, ricettazione, favoreggiamento, estorsione e duplice evasione (nel 1989 e nel 2002, occasioni in cui usufruiva di permessi per "buona condotta"). Deve scontare l'ergastolo per l'omicidio di Giacomo "Bambulella" Frattini, un affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Cutolo barbaramente assassinato e mutilato il 21 gennaio 1982.
Renatiello è anche accusato di avere offerto la sua collaborazione alla colonna napoletana della Brigate Rosse che uccise il capo della Squadra Mobile Antonio Ammaturo e Pasquale Paola, poliziotto che era con lui.

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