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Cronaca

Nello Liberti, l'intervista: "Io condannato per una canzone tratta da Il Camorrista di Tornatore"

L'ex neomelodico sottolinea di aver commissionato il brano ad un autore, e di non aver avuto mai nulla a che vedere col boss Vincenzo Oliviero. "Istigazione a delinquere? Ma i giudici hanno dimenticato tutto quanto è stato cantato, anche da grandi artisti, prima di 'O Capoclan?"

La storia di Nello Liberti, al secolo Aniello Imperato, ha fatto molto discutere nei giorni scorsi. I giudici lo hanno condannato in primo grado per istigazione a delinquere: neomelodico, la sua canzone 'O Capoclan" - pezzo di 16 anni fa - è stata ritenuta un inno alla malavita. La verità di Imperato è però un'altra, e l'ha raccontata a NapoliToday.

Istigazione a delinquere, condannato Aniello Imperato in arte Nello Liberti

Istigazione a delinquere. È stato condannato per "'O Capoclan", canzone che racconta di non aver scritto ma di aver soltanto interpretato.
"Quel brano non è stato scritto da me. È di un autore iscritto alla Siae, Alfonso Alfieri, persona ascoltata dai magistrati. Non è vero quello che è stato riportato da alcuni collaboratori di giustizia, cioè che la canzone sarebbe stata scritta da un certo Vincenzo Oliviero detto 'papà buono'".

Vincenzo Oliviero era il boss dei Birra-Iacomino di Ercolano, è morto qualche anno dopo l'uscita della canzone. Lo ha mai conosciuto?
"Non l'ho mai conosciuto. Come ho detto, il brano non ha nessuna relazione con lui".

Ci può spiegare com'è nata nel 2003 l'idea di fare quella canzone? Aveva un impresario a quei tempi? Ebbe successo?
"La canzone è nata da una mia idea. Chiesi all'autore un brano, da inserire nel mio disco 'Lasciatemi crescere' (anno 2003/04), che potesse avvicinarsi o anche superare "'O Latitante" cantata da Tommy Riccio. Alfieri si ispirò a parole e scene del film "Il camorrista" di Tornatore, con Ben Gazzara che interpretava 'O Professore Vesuviano. Mi sono autoprodotto nella mia carriera artistica, finanziando ognuno dei tre lavori discografici che ho inciso. Se ho avuto successo...diciamo che la canzone è stata ascoltata quell'anno, mi ha fatto conoscere in vari posti del Sud Italia".

È stato condannato a 1 anno e 4 mesi per "istigazione a delinquere". In pratica, secondo i giudici con quella canzone avrebbe spinto le persone ad avvicinarsi alla camorra. Come si è difeso e si difende da questa accusa?
"Sono stato condannato, e aggiungo: va bene ai criminali, vengono condannate le persone oneste. Adesso secondo i giudici se le persone si avvicinano alla camorra è colpa di Aniello Imperato. Ma hanno dimenticato tutto quanto è stato cantato, anche da grandi artisti, prima di 'O Capoclan? "E'dateme nu speniell faciteme fumà" era un'istigazione alla droga? Ma potrei fare un elenco lunghissimo di canzoni: "'O scippo", "'O killer", "M'agge accattate nu panaro 'e droga", "Cultiello pe' cultiello"...".

Ha più volte attaccato la serie "Gomorra", pensa che apologizzi la camorra?
"Sì, l'ho attaccata insistentemente e continuo a farlo. In quella serie ci sono scene agghiaccianti, come ad esempio quella in cui Malammore uccide la bambina di Ciro Di Marzio. È stato tremendo guardare e immaginare quel momento. Considero Gomorra tutta istigazione a delinquere, Napoli non è quella che fa vedere, così come non è quella che ha cantato Nello Liberti. È una città di amore, una città di vita. Se ne hai bisogno vieni a Napoli, e tutto ti passa...".

Ha avuto un ruolo nella produzione del video della canzone? Conferma che alcuni dei protagonisti fossero persone vicine ai clan?
"Le persone che hanno avuto un ruolo nel video nel 2003 erano incensurate. Poi, se anni dopo hanno iniziato a delinquere o si sono avvicinate a qualche clan sicuramente non è colpa mia. Chi nel video interpretava il capoclan, Alfonso Borrelli, aveva peraltro già fatto qualche comparsa a livello cinematografico".

Ora fa il marittimo. Cosa si sente di dire ai ragazzi che scelgono la via più facile, quella del crimine, anziché quella del lavoro vero e onesto?
"Ho sempre lavorato, e sempre onestamente. Prima importavo ed esportavo tessuti, avevo un'azienda che gestivo con mio padre. Poi venne fuori la musica, un hobby. È dal 2007 che faccio il marittimo, un lavoro onesto e sacrificato come anche precario, e dimenticato dallo Stato. Ai ragazzi voglio lanciare un messaggio, soprattutto a quelli che hanno l'età di mio figlio, 13 anni. Non bisogna mai e poi mai calpestare i vostri sogni, credete in ciò che fate perché i risultati e le soddisfazioni arrivano. Ma questo solo percorrendo la strada giusta e non ammalandosi di camorra, che è un vero e proprio cancro da sconfiggere".

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