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Cronaca

Baby violenza emergenza sociale, la pm: "Impossibile arrestare un minore che ha accoltellato"

Per Emilia Galante Sorrentino (sostituto procuratore presso il tribunale dei minori) servono telecamere, attenzione alla dispersione scolastica ed una riforma problema di legislazione minorile

Un'emergenza sociale, criminale. Per affrontare la quale servono telecamere di videosorveglianza e segnalazioni continue e puntuali dei casi di abbandono scolastico. È quella che riguarda gli episodi violenti, a Napoli, con protagonisti ragazzini. Minorenni spesso armati di coltelli come fosse la normalità.

Emilia Galante Sorrentino è il sostituto procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. In un'intervista ha spiegato che il problema è oramai diventato una vera emergenza ed è necessario agire.

Innanzitutto la città dovrebbe essere più sorvegliata da telecamere, questo "perché i riscontri che possiamo avere sono spesso dati dai 'cattura targhe' degli scooter utilizzati dai ragazzini".

Dispersione scolastica e servizi sociali assenti

Poi c'è la questione del contesto sociale. Il magistrato sottolinea anche che "nella maggior parte dei casi chi compie reati del genere proviene da famiglie poco attente all'istruzione", e che "riscontriamo una provenienza da ambienti socio-familiari molto contigui alla criminalità, scarsa educazione alla legalità. E tutto ciò va letto parallelamente ai dati allarmanti dell'abbandono scolastico".

"Le famiglie – spiega Sorrentino – non controllano il numero delle assenze. E la scuola, da parte sua, poco incoraggia la ripresa della frequenza. Abbiamo segnalazioni molto tardive, laddove invece dovrebbero essere fatte già al quinto giorno di assenza. Su questo punto stiamo lavorando e lo abbiamo più volte posto all'attenzione dell'Ufficio scolastico regionale".

E i servizi sociali? Carenti, se non assenti. "Sarebbe necessario un investimento a livello politico perché aiuterebbero a far lavoro di prevenzione sul territorio e sulle famiglie", prosegue il magistrato.

"Non posso arrestare per un accoltellamento"

Una certa politica vorrebbe l'età imputabile abbassata addirittura dai 14 ai 12 anni, ma la pm è assolutamente contraria e parla di un problema di legislazione minorile. "Noi possiamo arrestare solo in caso di reati che hanno una pena prevista di nove anni. Anche per quanto riguarda il ferimento con un coltello, non ho quel limite di pena tale da consentirmi di arrestare. Allora trasformiamo il possesso di un coltello in una fattispecie più grave: è così che io ottengo un risultato, non abbassando l'età imputabile".

Allontanare dalle famiglie può essere una soluzione? Sì, se è addirittura coinvolto con i familiari nel confezionamento di droga o in fatti di sangue. "La salvezza è l'allontanamento dalle famiglie. Quando il bambino partecipa al confezionamento di bustine, che ragazzo verrà fuori? – spiega Sorrentino all'Ansa – Un potenziale delinquente. L'alternativa è collocarlo in comunità, anche fuori regione, in modo che possa conoscere una realtà a lui sconosciuta".

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