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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Cicatiello, presidente ASIA: "Questa emergenza rifiuti non ha senso"

"Nel 2006-2007 non c'era spazio in cui mettere i rifiuti. Oggi non è così". E ancora: "L'inceneritore a Napoli Est si farà. È visto come il diavolo, ma conviene costruirlo in città. Basterebbe leggere ed informarsi". L'intervista

claudio-cicatielloL’ennesima emergenza rifiuti a Napoli e nella sua provincia. NapoliToday ha deciso di interpellare direttamente il  Presidente dell’ASIA,  l’Azienda di Servizi di Igiene Ambientale di Napoli con l’obiettivo di comprendere le cause di questa ennesima ondata di emergenza rifiuti. A capo dell’Asia, da giugno del 2010, c’è l’Ing. Claudio Cicatiello. Una lunga esperienza manageriale la sua. Dal 1996 al 2006 è presidente di CTP Napoli, azienda di trasporto pubblico (TPL), nonché membro della Giunta esecutiva di Federtrasporti/ASSTRA, e amministra aziende di TPL a Bari e Potenza. Dal 2005 al 2009 è presidente della Commissione Trasporti di CEEP, Confederazione europea delle aziende di servizi pubblici. Dal 2006 è presidente del Consorzio Unicocampania, comunità tariffaria delle aziende di TPL della Campania. Da Febbraio 2008 a Febbraio 2010 è Vice Commissario di governo per le bonifiche e tutela delle acque della Campania. 

Ad Ottobre del 2010 la precedente emergenza. Durante una conferenza stampa il sindaco Rosa Russo Iervolino disse che per uscire dalla crisi si sarebbe dovuto uscire dal principio della provincializzazione. Cosa che è avvenuta soltanto la scorsa settimana. Le chiedo: in questi sei mesi si è perso tempo ?

Si è perso del tempo, ma così come lo si è perso nei 15 anni precedenti. La provincializzazione dei rifiuti esiste solo in Campania. Fu decisa dal precedente Consiglio regionale e rispecchia un atteggiamento trasversale anti-napoletano dei consiglieri regionali di tutte le altre quattro province. Se si considera che il territorio della provincia di Napoli è l’8,3% di quello regionale, e ci vivono circa il 58% dei cittadini campani, sarà facile capire come la provincializzazione sia una follia.

La scorsa settimana però si è usciti da questo principio, il consiglio ha optato per la sprovincializzazione..

Anche questo decreto sembra contenere una serie di distinguo: mentre il testo unico sui rifiuti già da il potere al presidente della regione di mandare i rifiuti in altre province, potere che il Presidente Caldoro non si è mai voluto assumere. L’altra peculiarità è che 4 presidenti di provincia su 5 sono parlamentari del partito di maggioranza di governo(il PDL ndr). Quindi in questi mesi si è assistito all’anomalia che i Presidenti di provincia gestivano direttamente le leve dello smaltimento dei rifiuti di Napoli fuori provincia,. 

Ma arriviamo all’emergenza di questi giorni. A cosa è dovuta ?

Lo voglio dire chiaramente: l’emergenza di questi giorni non ha ragione d’esistere perché nelle altre province ci sta ampio spazio per smaltire tutti i rifiuti che oggi stanno a terra nella provincia di Napoli. Anche perché bisogna considerare una cosa: Napoli è messa male, ma tutta la provincia è in condizioni ben peggiori del capoluogo.

Molto spesso però si sente dire che uno dei motivi è additabile al mancato avvio della raccolta differenziata, è così ?

Questo è uno slogan che non risponde a verità. La raccolta differenziata stradale c’è in tutta Napoli.  Quello che non parte per il resto della città e la raccolta differenziata ‘porta a porta’. Però a questo vorrei aggiungere un dato: già oggi 139mila cittadini napoletani hanno il ‘porta a porta’. E funziona bene, con percentuali superiori al 50%, un numero di abitanti paragonabile alla città di Salerno.  La raccolta differenziata stradale c’è. Tenga conto che città come Bologna e Modena per raccolta differenziata intendono solo quella stradale, non fanno il ‘porta a porta’. La raccolta differenziata ‘porta a porta’ è una scelta, non l'unico sistema di fare raccolta differenziata. Ma è una scelta costosa.

In che senso?

Molti affermano: “I rifiuti stanno a terra perché voi non fate la raccolta differenziata”, e questa è una doppia sciocchezza. Noi la differenziata la facciamo, non facciamo abbastanza ‘porta a porta’ ma abbiamo un piano per estendere questo tipo di raccolta a tutta la città entro il 2014.

In che cosa consiste?

Innanzitutto vanno chiarite alcune cose. Per fare il ‘porta a porta’ servono molti soldi  perché si tratterebbe di raccogliere le stesse tonnellate di rifiuti, con un frazionamento molto più forte, quindi occorrono più macchine, i bidoncini, più personale. Altra premessa: il Comune di Napoli è l’unico comune della Regione Campania che non ha avuto neanche un euro di finanziamento dalla Regione per l’incremento della raccolta differenziata. Tutti gli altri comuni hanno avuto finanziamenti, il comune di Napoli no.  La ragione per cui non parte altra raccolta differenziata ‘porta a porta’ è che non ci sono soldi. Ad ogni modo il ‘porta a porta’ attualmente è attivo a Bagnoli, ai Colli Aminei e  a San Giovanni; verrà estesa  tra pochi giorni a Scampia, poi al Rione Lieti e a Posillipo nel secondo semestre del 2011.

Da dove dovrebbero provenire questi soldi ?

L’ASIA è pagata con i proventi della Tarsu perché solo i proventi di questa tassa possono pagare i servizi di igiene urbana. I soldi, (circa 160milioni di euro l’anno) vengono versati dal Comune ad ASIA con un anno di ritardo mediamente. Questo non solo per difficoltà finanziarie del comune, (che poi è una difficoltà di tutti i comuni), ma anche perché i cittadini napoletani pagano la Tarsu con  ritardo. La Tarsu del 2010, ad oggi Aprile 2011, l’hanno pagata circa il 65% dei cittadini. Grosso modo: il 50% la paga nell’anno, un altro 15% la paga un anno dopo, un altro 15% lo paga dopo due anni, il restante 20% non la paga proprio. In pratica, sommando questo passivo di gente che non paga proprio o con molta fatica, il risultato è che il Comune non riesce a star dietro questo meccanismo. Perché sulla carta li ha incassati, ma in realtà non li ha incassati. E noi ne abbiamo bisogno comunque.

E attualmente ASIA dove scarica i rifiuti ?

Questo è un altro dramma: l' Ufficio flussi che è stato istituito dalla protezione civile si trova da dieci anni in fase emergenziale. Tutti i giorni l’ufficio flussi della regione ci dà la destinazione. Nelle altre Regioni, nel ‘mondo normale’ si fa una delibera una volta l’anno in cui si stabilisce dove devono essere scaricati i rifiuti, ed è sempre lo stesso posto. L’azienda è proprietaria della discarica o ne ha la gestione esclusiva, tutto procede regolarmente e i tempi sono sempre gli stessi. ASIA non lavora così.

Cioè come funziona in realtà a Napoli ?

Tutti i giorni ci viene dato un calendario con i posti in cui smaltire che possono essere anche a 120 km da Napoli. Nelle ultime settimane abbiamo scaricato nelle ultime settimane nel Beneventano a Casalduni, a Pianodardine (Avellino) a Santa Capua Vetare(Caserta), a Battipaglia(Salerno). Si può immaginare facilmente cosa significhi tutto ciò.  I compattatori non sono fatti per viaggiare bensì per fare il giro, scaricare e ricominciare. Invece noi stiamo distruggendo i nostri mezzi, sperperando i nostri soldi, perché andare fuori e percorrere 200 km vuol dire che un autista guiderà 6, 9, 11, addirittura 14 ore. Quando supera le 11 ore torna indietro e deve fare un giorno di riposo. Allora noi cerchiamo di fare i ‘cambi in linea’ perché quando vanno a fare la fila agli Stir, stanno ore in fila, e nessuno sa quando tornano indietro. Un esempio: in questo momento sono 21:30 della sera e stiamo scaricando ancora rifiuti raccolti la notte scorsa. Quindi abbiamo cambiato gli autisti, e abbiamo mandato altri autisti a scaricare. Naturalmente il mezzo che sta scaricando ora non fa in tempo a tornare per rifare il giro, quindi dobbiamo recuperare altri mezzi oppure lasciare i rifiuti a terra..

Quindi voi potete scaricare fuori provincia grazie alla sprovincializzazione ?

Non esattamente. Di fatto la sprovincializzazione, seppure parzialmente, era già avvenuta. Bisogna tener conto di un’altra cosa. Si tratta di una provincializzazione a senso unico perché l’inceneritore di Acerra brucia anche il rifiuto tritovagliato secco delle altre province.

Inceneritore di Acerra che quindi adesso funziona correttamente?

Diciamo di sì, funzionano due linee su tre. In questo momento l’inceneritore di Acerra brucia 1.400 tonnellate nelle 24 ore. Di queste 1.400 tonnellate, circa 600 sono delle altre province.

Una domanda sorge spontanea: il premier Silvio Berlusconi qualche anno fa dichiarò l’emergenza finita. Si trattava di un bluff ?

No, sarebbe finita se si fosse rispettato il piano Bertolaso ovvero lo stesso piano approvato dal governo Prodi nel 2006 che non fu possibile attuare e fu poi riproposto dal governo Berlusconi.  Ebbene, quel piano prevedeva dieci discariche e tre inceneritori. Delle dieci discariche, 5 sono state costruite, altre 5 avrebbero dovuto essere costruite, ma sono state bloccate.

Poi c’è  stata la rivolta a Terzigno…

Quando c’è stata la rivolta, il Governo ha annullato la legge da esso stesso promulgata. Non è stata costruita Cava Vitiello, che era quasi di 4 milioni di metri cubi, e che sarebbe servita per le esigenze di tutta la provincia di Napoli, fino alla messa in funzione dell’inceneritore di Napoli Est, che pure è in ritardo di un anno. Perché gli inceneritori di Acerra più Napoli Est, con un incremento della raccolta differenziata soddisfano le esigenze della provincia di Napoli. Bisogna pensare che la provincia di Napoli produce ogni 24 ore 4.400 tonnellate di rifiuti, Circa 14.000 metri cubi. Naturalmente io non entro nel merito se fosse giusto o no costruire la discarica lì o altrove. Dico solo che il piano Bertolaso era fondato su cifre e fabbisogni reali, ed occorre senz'altro sostituire, in qualche modo, quei volumi mancanti.

Arriviamo ai termovalorizzatori. Siamo in piena campagna elettorale, e uno dei temi di confronto sarà proprio quello dell’inceneritore previsto nella zona Est di Napoli. Molti si oppongono, ma insomma, le cose come stanno? Serve questo inceneritore?

Molto semplice: basta leggere la normativa europea in materia di rifiuti, che è un po’ la guida per tutti noi. Si parla di ‘ciclo integrato’ dei rifiuti, si chiama così perché prevede quattro tappe: raccolta differenziata, il recupero, il riciclo e lo smaltimento in discarica. E ci devono essere tutti e i passaggi. La raccolta differenziata non è un sistema di smaltimento, ma un sistema che allevia i problemi di smaltimento; non esiste nessun paese al mondo in cui tutto il rifiuto scompare con la sola raccolta differenziata. Ciò detto: l’inceneritore serve sempre in tutte le città d’Europa, così come serve sempre la raccolta differenziata, il digestore anaerobico per la frazione umida e infine la discarica. Perché in discarica va tutto lo sfrido della differenziata, le ceneri inerti, quello che in pratica non si riesce a recuperare in alcun modo. Una modesta percentuale, ma comunque ogni componente del ciclo ha la sua funzione, compresa  la discarica.  Chi dice il contrario racconta frottole.

Quindi l’inceneritore a Napoli Est si farà ?

Si farà. Come e quando non lo so perché avrebbe dovuto costruirlo e gestirlo ASIA, per legge dello Stato. Adesso questo decreto ha dato il potere alla Regione. Abbiamo capito che la Regione, che doveva fare semplicemente da stazione appaltante, ma poi consegnare l’inceneritore ad ASIA per la gestione, invece intende fare la gara per affidarlo a chissà chi, un privato, comunque non al Comune di Napoli. Sarebbe l’unico caso in Europa in cui la città non è proprietaria dell’inceneritore che smaltisce i suoi rifiuti. E non ne gode i frutti. Perché l’inceneritore oggi è un affare, sia dal punto di vista finanziario, ma anche da un punto di vista ecologico.

Ma cosa si può dire ai cittadini che sono terrorizzati dalla presenza di un inceneritore, per tranquillizzarli ?

Basterebbe leggere ed informarsi dai tecnici. L’inceneritore è oggi  una parte,  economicamente ed ecologicamente conveniente, del ciclo dei rifiuti. Voglio fare qualche esempio. A Barcellona vicino all’inceneritore c’è un parco giochi. Il progetto per il nuovo inceneritore di Copenaghen è stato vinto da un giovane architetto che ha disegnato tre piste da sci sull’inceneritore, all’interno c’è un ascensore, e i cittadini della capitale danese potranno andarci a sciare sopra. Senza contare che a Milano l’inceneritore è al centro della città, e non è che i milanesi siano meno ecologisti degli altri. E a Vienna tutto il riscaldamento delle case viene assicurato dai 4 inceneritori del comune che stanno in città.

Perché conviene costruirli in città?

La cosa più stupida e meno conveniente è portare in giro il rifiuto, perché comunque si producono emissioni. L’inceneritore è visto come " il diavolo", ma perché? Perché certamente è vero che, come qualsiasi attività industriale, produce emissioni, teoricamente anche diossine. In realtà non è proprio così: producono,in percentuale,  più emissioni tossiche i mezzi di trasporto, le sigarette, i fuochi artificiali, le pizzerie; perché la produzione di gas tossici dipende dalla temperatura di combustione. L’inceneritore brucia ad 850°, a quella temperatura il 99,99 delle molecole a catena lunga, quelle pericolose per la salute, si spezzano. Non a caso, l’Unione Europea nella normativa per l’inceneritore considera vincolante che ci debba essere una temperatura di fumi di 850° , per almeno un secondo. Perché quello è valutato come il più conveniente rapporto tra temperatura(costo) della combustione e inquinamento ambientale.                       

Ma secondo lei c’è la volontà politica di arrivare alle elezioni con i sacchetti per strada?

Sinceramente non so cosa pensare. Perché questa emergenza tecnicamente non ha senso.

Si spieghi meglio: in cosa, si differisce dalle altre, questa nuova emergenza?

Nel 2006-2007 veramente non c’era spazio in cui mettere i rifiuti. Oggi non è vero che non c’è spazio in cui metterli.

Quindi adesso, il prossimo passo a chi spetta?

È finito lo stato di emergenza, quindi il presidente della Provincia e il presidente della Regione hanno il potere/dovere di indicare la localizzazione dei siti di smaltimento, ma non sembrano essere in grado di  farlo. Senza nuovi impianti di smaltimento, entro pochi mesi andremo nei guai ancora più seri… Siamo in attesa.

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