Scena muta per il ras dei Gionta, Ciro Nappo

Ha scelto di non rispondere alle domande del magistrato l'ultimo latitante del clan Gionta di Torre Annunziata, Ciro Nappo. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice Emma Aufieri, Nappo ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta fatta da colui che viene considerato il suo vivandiere, Vincenzo Ametrano, ritenuto l'uomo che ha agevolato la sua latitanza conclusasi giovedì scorso in un terreno agricolo di Trecase. Anche Ametrano ha deciso di non rispondere su consiglio dei legali di entrambi, Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo. Il giudice Aufieri ha poi inviato gli atti alla procura di Napoli che è competente per i reati aggravati dal metodo mafioso. Sarà l'Antimafia a proseguire l'iter per entrambi e perseguire i reati legati alla latitanza di Nappo. Il ras era latitante dal marzo del 2015 e per lui era la seconda latitanza.

Già il 1 ottobre 2009 venne arrestato dai carabinieri che lo trovarono in un bunker ricavato all'interno della cucina di un'abitazione nel Quadrilatero delle carceri a Torre Annunziata. La scorsa settimana invece i militari l'hanno arrestato in un casolare dove aveva creato il proprio covo. Nappo provò a scappare all'interno delle campagne circostanti ma ormai per lui era troppo tardi. I carabinieri una volta entrati nel covo trovarono una serie di strumenti per il travestimento tra cui anche delle parrucche. Nappo si era fatto fare anche dei documenti falsi. Inoltre, elemento più importante, aveva con sé una pistola semiautomatica Smith & Wesson con matricola abrasa, 39 proiettili calibro nove ed un fucile ad aria compressa caricato a pallettoni. Venne sequestrato anche uno scooter Honda Sh con il quale probabilmente si spostava lui o il suo complice e vivandiere. Il tutto difeso da un sistema di videosorveglianza che gli permetteva di tenere sotto controllo anche via Panoramica.