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Gli infermieri: "Ci chiamano eroi, ma siamo precari"

Flash mob degli operatore sanitari in piazza del plebiscito per chiedere stabilizzazione del lavoro e migliori salari: "C'è voluto il Covid per riconoscere la nostra importanza"

Sono stati chiamati eroi durante l'emergenza sanitaria, ricorrendo a una retorica talvolta banale e semplicistica per raccontare il lavoro di migliaia di infermieri che, pandemia a parte, vivono una vita professionale fatta di salari bassi, precarietà e mancato riconoscimento delle competenze. 

Sono questi i motivi che hanno spinto questi operatori sanitari a riunirsi in un movimento spontaneo, il Movimento nazionale infermieri, che a Napoli come in altre città è sceso in piazza per chiedere il rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora "...con passione e dedizione". lle 11,30, un centinaio di palloncini rossi sono stati liberati in piazza del plebiscito. A ognuno di loro, è stato affidato un desiderio: "C'è voluto il Covid perché si accorgessero della nostra importanza e del lavoro che svolgiamo. - afferma Tiziana Piscitelli, una delle portavoci napoletane - Non siamo qui per chiedere bonus per ciò che abbiamo fatto in questo periodo, vogliamo che vengano riconosciuti i nostri diritti. Non siamo eroi, siamo solo lavoratori". 

Il movimento, a oggi, conta circa 36mila iscritti in tutta Italia. Non aderisce a nessun sindacato. "Il sistema sanitario è tutto sbagliato - prosegue la Piscitelli - Bisogna investire sulla Sanità e bisogna pensare a una rete infermieristica territoriale, un vero e proprio infermiere di famiglia. Siamo stanchi, col Covid si è risvegliata una coscienza collettiva e adesso non abbiamo intenzione di mollare". 

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