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Tamponi falsi, il medico del 118 si difende: "Estraneo alla vicenda. Lavoro con centri convenzionati"

Davide Secone è tra gli indagati nell'inchiesta sui test non regolari: "Parlano di associazione a delinquere ma io non conosco nessuno dei nomi fatti. I nostri tamponi prodotti da chi lavora con la Regione Campania"

Lo ha investito un tsunami mediatico al quale sta cercando di resistere. Davide Secone è medico del 118 e responsabile di Patto sicurezza, una società che attua screening sanitari per aziende private. Il suo nome è finito nell'inchiesta sui tamponi falsi che la Procura di Napoli sta portando avanti. 

Ha deciso di uscire allo scoperto perché "...era l'unico modo per arginare questa tempesta che mi sta coinvolgendo. Io sono estraneo a tutti i fatti contestati e non conosco nessuno di questa fantomatica associazione a delinquere". Da anni, Secone esegue test sanitari alle aziende del territorio dell'Asl Napoli 2. Un'attività portata avanti anche in epoca Covid: "Da settembe stiamo convincendo le imprese a tamponare i propri dipendenti. Abbiamo eseguito circa mille tamponi e abbiamo dato la possibilità a queste realtà di proseguire il lavoro invece che chiudere per Coronavirus". 

Secone assicura che il lavoro della società, con sede a Quarto, avviene a stretto contatto con un centro convenzionato con la Regione Campania: "E' tra le prime strutture ad essere entrate nella rete Covid. Sono loro a fornirci i tamponi e loro ad effettuare le analisi. Questo centro non è stato coinvolto dall'inchiesta. Noi non abbiamo mai effettuato tamponi rapidi, cosa che invece viene imputata dagli inquirenti". 

Adesso, il primo obiettivo del medico del 118 è riabilitare la sua posizione: "Ho chiesto di essere ascoltato dai magistrati. E' assurdo che questa azienda abbia coinvolto me e il team con cui lavoro"

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