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Cronaca

Ictus, aumentano i casi: in Campania muore più della metà dei malati

Prima causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nel mondo industrializzato

Di ictus si muore, come e più dell'infarto. Da qui la necessità di una tempestiva assistenza ai pazienti. Ma la situazione non è semplice, come spiega al Mattino Mario Muto, direttore dell'unità complessa di Neuroradiologia del Cardarelli e vice presidente dell'Associazione italiana di Neuroradiologia. "Per una popolazione di circa 6 milioni di persone servirebbero non più di 7-8 centri Hub come già identificato da una commissione regionale di esperti. Attualmente anche i neurologi del Cardarelli non svolgono attività h 24 per carenza di personale".

C'è poi il tema della risonanza magnetica nell'Asl Napoli 1. Il trattamento dello stroke emorragico deve essere eseguito entro 3 giorni dall'evento clinico e può essere chirurgico o endovascolare mentre quello ischemico necessita di una terapia immediata (entro le prime 6 ore dai sintomi) e salverebbe migliaia di vite all'anno.

Ma come spiega Bruno Zamparelli, presidente dell'associazione direttori ospedalieri "ogni anno si registrano in media 15mila casi di ictus, di cui 7.650 muoiono. Dei 7.350 che si salvano, 5.700 tornano a casa in discrete condizioni, 1.350 riportano disabilità medie, 300 restano gravemente invalidi". Se vi fossero le Stroke se ne salverebbero 5.850 (1.800 in più) e solo 2.190 rimarrebbero invalidi.

L'ictus è la prima causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nel mondo industrializzato. In Italia circa un milione di persone vivono nel nostro Paese con esiti invalidanti della malattia.

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