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Cronaca

L'ironia di Napoli che sconfisse persino Hitler

Ecco un aneddoto sulla visita del Fuhrer in città nel 1938, episodio che la dice lunga sul sarcastico modo che Napoli ha di affrontare i suoi drammi

Tra le virtù dei napoletani, innegabilmente, c'è l'ironia. Quella amara a volte, nata sulle difficoltà, sull'insofferenza alle oppressioni che hanno sempre colpito la città e la sua gente. Un articolo di Corrado Ocone, pubblicato sul Corriere della Sera, ha reso merito a questa dote.

La teoria di Ocone è questa: l'ironia di un popolo permette di evitare il sopravvento degli assolutismi. Per suffragare la propria tesi, l'autore racconta un aneddoto su Napoli, sulla naturale propensione dei suoi cittadini al sarcasmo.

“Il padre di un mio amico – spiega Ocone – raccontava che durante la visita di Hitler a Napoli nel 1938 un folto pubblico fu schierato lungo via Caracciolo, in attesa del suo passaggio su una macchina scoperta. Quando il Fuhrer passò in piedi nella macchina e tese il braccio nel saluto nazista, una voce dal pubblico non identificata ruppe il silenzio della cerimonia dicendo: Sta verenn’ si for’ chiove”.

Una battuta, in un momento drammatico, dall'enorme significato. “In quel momento suo padre capì che il totalitarismo non avrebbe mai potuto conquistare l’animo dei napoletani – continua infatti Ocone – E probabilmente proprio per quel senso innato dell’ironia, quella capacità di non prendersi troppo sul serio”. Una risata per esorcizzare i problemi della città, per vincere su eventi inaffrontabili nell'unico modo possibile.

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