Dall'Ucraina a Napoli, il viaggio dei profughi: "Grazie Italia"
I racconti di chi sta fuggendo dalla guerra e raggiunge il capoluogo campano in autobus: "Ci hanno svegliato i bombardamenti"
"Posso inginocchiarmi e ringraziare l'Italia per avermi permesso di accogliere la mia famiglia". Abbracci, sospiri di sollievo e lacrime rivolte a chi ha scelto di restare, a chi non è riuscito a partire, a chi non ha potuto. I profughi ucraini stanno arrivando in Italia. Anche a Napoli, dove già vivono 25mila persone di questa nazionalità.
Nella mattinata di oggi, 1 marzo, un bus ha raggiunto il parcheggio Brin con decine di persone a bordo. Dopo quattro giorni di viaggio i visi sono stravolti. I bambini, tanti, stringono un orsacchiotto, uno zainetto, una coperta. "Siamo partiti sabato, è stato un viaggio devastante" racconta Marta Shatrun, autista del bus e organizzatrice di questa missione volontaria di 'salvataggio'. Marta è di origine ucraina e con il marito napoletano sta cercando di aiutare i suoi connazionali.
Le storie sono tante e tutte diverse. Come quella di Maria che ha raggiunto la Polonia per andare incontro ai suoi due nipoti, minorenni, che per uscire dall'Ucraina hanno dovuto camminare 20 chilometri da soli, aiutati da uno sconosciuto e accolti da volontari polacchi prima riuscire a incontrare la zia.
Uscire dal Paese non è semplice. "Bisogna raggiungere il confine ucraino in automobile - spiega Marta - poi bisogna proseguire a piedi per 25 chilometri per raggiungere la Polonia". Raggiunta l'Unione europea, i profughi vengono assistiti dai volontari e attendono giorni prima di poter salire su un bus o di essere venuti a prendere da familiari che giungono da altre nazioni.
Quasi tutti hanno lasciato parenti in patria. "Mia madre è malata e mio fratello è disabile - racconta una donna - non potrebbero mai affrontare un viaggio del genere". Quasi tutti saranno ospitati da familiari o amici che già vivono a Napoli. Nonostante siano al sicuro, è difficile sorridere: "L'infanzia dei bimbi che stanno vivendo tutto questo è finita. Sono stati strappati via da tutto. Da qualcosa che non potranno più riavere".