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Cronaca

Positiva al Covid a febbraio e con una dose di vaccino somministrata, lo sconforto di una studentessa: "Non vogliono darmi il Green Pass"

"Nonostante abbia un numero altissimo di anticorpi devo pagare ogni volta il tampone per fare qualsiasi cosa. Non è giusto", denuncia Michela Dinacci, ripercorrendo le difficoltà burocratiche che sta vivendo per ottenere il Green Pass

Michela Dinacci, studentessa universitaria napoletana di 24 anni, denuncia tutte le problematiche che sta vivendo per ottenere il Green pass, nonostante abbia contratto il Covid nello scorso febbraio e le sia stata già somministrata anche una dose di vaccino. "Ho avuto il Covid a metà febbraio con tutti i sintomi ma non ho come attestazione il tampone positivo in quanto a casa mia c’erano due casi positivi e io sono stata l’ultima ad avere sintomi. Visto che le autorità sanitarie locali non si erano occupate del caso, non abbiamo reputato giusto spendere ulteriori soldi per una cosa palese. Ad aprile decido di fare un test sierologico (a quel tempo ancora considerato dal Ministero) e come volevasi dimostrare avevo gli anticorpi. A seguito di un ulteriore test sierologico, decido di inserirmi in piattaforma e il 20 luglio mi è stata somministrata la prima dose di vaccino Pfizer. Dopo qualche giorno mi arriva la convocazione di una seconda dose da dover fare il 10 agosto (i medici della Mostra d’Oltremare evidentemente non avevano dato peso alla mia situazione nonostante le “prove” alla mano) per cui decido di recarmi alla ASL di appartenenza con attestato del medico di base (il quale definiva sotto sua responsabilità il periodo di positività) e i sierologici effettuati, e loro reputano opportuno rimuovere la convocazione dicendomi che dopo qualche giorno sarebbe arrivato il Green Pass definitivo dalla durata di 9 mesi", racconta Michela a NapoliToday.

"Nessuna risposta"

L'esenzione, però, alla seconda dose, non basta per farle avere il Green Pass. "Passano i giorni e continua a non arrivarmi nulla per cui decido di sollecitare numerose volte il Ministero il quale promette di riferire a chi di dovere. Eccomi qui dopo due mesi con il Green Pass della prima dose ovviamente scaduto e la necessità di dover pagare ogni volta il tampone anche per andare all'università o per mangiare una pizza in un ristorante al chiuso. Alla Mostra d’Oltremare e al Ministero mi hanno detto che i sierologici non hanno valenza per quanto riguarda l’esenzione da seconda dose e che per risolvere il tutto dovrei soltanto farla. Mi sembra assurdo dato che dopo la prima dose ho effettuato un ulteriore test sierologico e ho gli anticorpi a 14.000", conclude sconsolata.

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