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Undici anni fa veniva ucciso Gianluca Cimminiello: "É come se il tempo si fosse fermato"

Il ricordo emozionante della sorella Susy

Undici anni fa veniva ucciso Gianluca Cimminiello, tatuatore di 32 anni, vittima innocente di camorra. Per ricordarlo, è stata celebrata una messa presso la Parrocchia S.Maria della Natività a Secondigliano, alla quale ha preso parte i familiari, gli amici ed altri parenti di vittime innocenti di camorra.

Per l’occasione, NapoliToday ha raccolto la testimonianza della sorella Susy, da sempre in prima linea per tenere viva la memoria del fratello. Al giovane tatuatore è stata anche intitolata la palestra dell’istituto comprensivo Sauro-Pascoli, su iniziativa del preside Piero De Luca. Il plesso scolastico di via Rosselli ospita già il “cassetto dei sogni”, inaugurato lo scorso anno.

"É come se il tempo si fosse fermato"

Il ricordo è sempre vivo anche se passano gli anni. Prima pensavo che fosse solo una questione di tempo, invece mi rendo conto che è il ricordo è sempre vivo, quasi come il tempo si fosse fermato. Lui voleva e vuole la mia serenità. Cerco di fare il possibile per trasmettere serenità, nonostante tutto, anche ai miei figli, alla mia famiglia. Anche se il dolore non è una cosa che passa. Anzi, aumenta con il passare del tempo”, ha detto Susy.

Ucciso per un fotomontaggio

Gianluca venne ucciso il 2 febbraio del 2010. Per la sua morte, lo scorso giugno, sono stati condannati al carcere a vita, dalla Corte d’Assise di Napoli, Arcangelo Abete e Raffaele Aprea, rispettivamente mandante ed organizzatore del delitto. Il tatuatore napoletano venne “punito” per aver reagito ad un pestaggio organizzato ai suoi danni.

Il pestaggio venne ordinato dopo che Gianluca pubblicò sui social una foto nella quale sembrava stesse tatuando l’ex calciatore del Napoli Lavezzi. La foto era un montaggio, ma un concorrente di Gianluca, per gelosia, chiese una punizione esemplare. Le cose, però, si misero male per gli aggressori che, raggiunto il 32enne, vennero neutralizzati.

Quella purtroppo, almeno in una mente criminale perversa, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Gianluca diventò obiettivo di un nuovo raid punitivo. Così, dopo pochi giorni dal tentato pestaggio, Un uomo armato fece irruzione nel negozio del 32enne a Casavatore e lo uccise a colpi di pistola. Per l’esecuzione materiale del delitto venne arrestato Vincenzo Russo, anche lui condannato all'ergastolo.

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