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Cronaca Chiaia / Via Francesco Caracciolo

Spettatori eccezionali per la Coppa America: sono i gatti di via Caracciolo

La signora Renata scende da anni tutte le mattine da piazza Amedeo con un auto malmessa di colore rosso. Porta loro da mangiare. Conosce i loro posti. Si avvicina, fischia, miagola e subito le circondano i piedi

Guarderanno le regate di World Series di Coppa America da una posizione privilegiata. Sono in 44 (o poco meno) ed hanno tutti i baffi. Sono i gatti di via Caracciolo e da sempre guardano il mare di Napoli. La signora Renata scende da anni tutte le mattine da piazza Amedeo con un auto malmessa di colore rosso. Porta loro da mangiare.Conosce i loro posti. Si avvicina, fischia, miagola e subito le circondano i piedi.

“È da quando sono diventata vedova che, insieme ad altri amici, ho scelto di dedicarmi a loro. Sa, sono animali molto maltrattati”, dice senza fermarsi un attimo. Il suo è un giro lungo, minuzioso. Se qualcuno, per qualche motivo, non esce subito dalla sua tana al suo richiamo, lei aspetta. Ha “pappa” per tutti. Ritorna per un secondo giro. Non si dimentica di nessuno. “Normalmente dò loro da mangiare alle 6 e 30, ma con la Coppa America non era possibile. Così mi hanno rilasciato un pass – continua - per entrare nella zona off limits. Me l’hanno concesso; ma soltanto ad una condizione. Posso passare tra le 5 e le 5 e 30 del mattino. Credo perché così sono meno d’impaccio”.

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Renata li conosce uno ad uno quei mici; ma non ha dato mai loro dei nomi. “Sa, andrebbero sterilizzati anche quelli che stazionano nel Circolo Tennis Club Napoli, ma non posso entrare. È proprietà privata. Molti – aggiunge - si sono spostati dagli scogli con l’arrivo dell’America’s Cup”. Si sono rifugiati proprio nel circolo. Ma lei non si perde d’animo. Con la busta della spesa gira intorno al muro di cinta del club e in ogni angolo scova un piatto di latta lasciato lì di proposito la mattina precedente. Arrivano a coppie. La chiamano per farsi notare. È ancora buio e i miagolii riempiono la notte. Le sono riconoscenti. “A casa ho parecchi gatti”, dice senza specificare il numero. “Il più vecchio ha sedici anni e mezzo. Si chiama Mimì. Ho sempre amato gli animali e credo che i randagi siano i più sfortunati. Per questo ho richiesto il pass. Non potevo farli morire di fame”. Renata va via. I gatti restano lì. Si leccano. Ancora qualche miagolio. Guardano il mare in prima fila, in attesa dell’America’s Cup.

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