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Cronaca Sant'antimo

Il papà di Gaetano scrive a Mattarella: "Liberi dopo averlo massacrato fino a fargli amputare le gambe"

Ventuno anni, fu barbaramente massacrato per futili motivi a Sant'Antimo. La lettera di suo padre

Il padre di Gaetano Barbuto Ferraiuolo, ha scritto un lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Suo figlio è stato brutalmente aggredito per futili motivi a Sant'Antimo lo scorso 20 settembre da tre coetanei, che sono ora a piede libero.

"Gaetano - si legge nella missiva - quella sera di settembre fu massacrato di botte, gli ruppero la testa con il calcio della pistola più volte, gli spaccarono il bacino e spararono sette colpi di pistola partendo dalla vita in giù. Fu chiamato il 118 e portato all'ospedale di Frattamaggiore, il giorno dopo lo dovettero trasferire al Policlinico Vecchio a Napoli. Gaetano ha subito diverse operazioni, tra cui l'amputazione delle gambe ed è rimasto una quindicina di giorni sospeso tra la vita e la morte. I suoi aguzzini furono catturati circa una ventina di giorni dopo, grazie al grande lavoro svolto dalle forze dell'ordine, e messi in cella. Ma qualche giudice ha pensato bene che quei delinquenti non dovevano stare in carcere, derubricando l'omicidio e facendoli tornare in strada".

"Vedete sig. Presidente della Repubblica e Ministro della Giustizia - si conclude la lettera - noi familiari di Gaetano vorremmo che ci siano delle ispezioni su questo caso, che si faccia reale chiarezza. Vogliamo rammentarvi che quei delinquenti sono in libertà e magari potrebbero gambizzare altre persone. Vogliamo giustizia".

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