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Lacrime e svenimenti al funerale di Maria Paola. Il rione: "Non è morta per omofobia"

Caivano, in centinaia per l'ultimo saluto alla giovane morta ad Acerra dopo essere stata inseguita dal fratello. Don Patriciello: "Queste famiglie hanno bisogno di riconciliarsi"

Lacrime, applausi, svenimenti. Troppo forte il dolore per resistere. La mamma di Maria Paola Gaglione non regge, crolla, la sorreggono i familiari. E' appena terminata l'omelia di don Maurizio Patriciello e la bara bianca che contiene il corpo della diciottenne viene sistemata nell'auto tra la folla che le tributa l'ultimo saluto. 

Sono in centinaia a circondare la chiesa del Parco Verde. Tutto il rione si stringe intorno al dolore di una famiglia due volte distrutta: prima dalla morte della figlia più piccola, poi per l'accusa di omicidio preterintenzionale aggravato che pende sul capo del fratello Michele. 

Sullo sfondo, le indagini, le polemiche per il rapporto tra Maria Paola e Ciro, giovane ragazzo trans, le presunte minacce subite fino al tragico inseguimento in scooter. Ma il popolo di Caivano non vuole sentire parlare di omofobia. Lo dice chiaramente Bruno Mazza, presidente dell'associazione Un'infanzia da vivere e amico della famiglia Gaglione: "La mamma di Maria Paola ha un fratello omosessuale che ha vissuto con loro e non ha mai avuto problemi, è sempre stato trattato alla pari degli altri. Se la famiglia non vedeva di buon occhio il rapporto con Ciro è perché avevano fatto un fuitina, non avevano una casa e neanche di che mangiare. In questa storia, l'omofobia non c'entra". 

Sono parole che seguono il solco tracciato da don Maurizio Patriciello che anche oggi ha parlato di riconciliazione tra le famiglie: "E' fondamentale per chi, come loro, dovrà continuare a vivere fianco a fianco al Parco Verde. Ho battezzato Paola, ho battezzato Ciro e conosco Michele da quando era piccolo. Oggi provo un grande dolore. La gente lo ha capito e si è stretta attorno a tutti noi". 

All'esterno della chiesa, Ciro Migliore, che non ha partecipato al funerale, ha affisso un cartello: "Correvamo soltanto verso la nostra libertà, o almeno credevamo di farlo. Verso la nostra piccola ma grande felicità. Ovunque sarai il mio cuore sarà lì con te. Ti amerò oltre le nuvole. Dal tuo grande amore Ciro". 

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