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Funerali Ginevra, il parroco: "Non è questo il momento del perdono"

L'intervista a don Aniello Nappi, il parroco che ha celebrato le esequie della bimba di 17 mesi di San Gennaro Vesuviano, gettata dal balcone dal padre. L'uomo è ancora ricoverato all'Ospedale Cardarelli di Napoli

"Questo è il momento del silenzio. Questa famiglia ha bisogno della nostra vicinanza fisica, non delle parole". Aniello Nappi ha appena finito di celebrare il funerale della piccola Ginevra, la bimba di 17 mesi morta dopo essere stata gettata giù dal balcone dal padre. 

Dolore, commozione e rabbia sono stati i sentimenti più tangibili tra la folla che dalle 8 ha assediato la strada antistante la Chiesa dei Santi Gioacchino e Anna di San Gennaro Vesuviano. Le persone hanno accolto con applausi e preghiere la bara bianca, talmente piccola da poter essere portata a mano e non a spalla. 

E' il momento del silenzio, ripete don Aniello, ma non è ancora il momento del perdono: "Mi hanno insegnato che quando un peccatore viene a confessarsi io posso assolverlo solo se chiede perdono davanti a Dio. Come si può parlare in questo momento di perdono, quando non conosciamo nulla di questa vicenda e ci sono solo chiacchiere che si rincorrono. L'amarezza è esagerata". 

Difficile trovare le parole per confortare una famiglia distrutta dal dolore: "C'è davvero poco da dire - prosegue il parroco - ho parlato soprattutto con il nonno. Credo che sia importante far sentire loro che la comunità è vicina in questo momento". Ed è proprio sulla comunità di San Gennaro Vesuviano che vuole soffermarsi don Aniello: "Questa popolazione è abbandonata a se stessa, è disperata. Nessuno ci amministra, da 15 anni ci sono i commissari di Governo ma la situazione peggiora di giorno in giorno. Io sono solo, non posso fare tutto". 

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