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Venerdì, 19 Aprile 2024

Ponticelli, viaggio nel cantiere-discarica che uccise Francesco Paolillo

Quartiere Ponticelli, via Carlo Miranda. Era il 25 ottobre 2005 quando Francesco Paolillo, 14 anni, cadde da uno dei piloni dello scheletro di un palazzo in costruzione. Cadde per salvare un amico. Francesco è un eroe, eppure la sua città sembra dimenticarlo spesso.

"Mio fratello è uno dei figli dimenticati di Napoli - racconta Alessandro Paolillo al microfono di Napolitoday - Lui è morto per salvare un altro ragazzo, eppure nessuno se ne frega nulla".

Oggi, 13 anni dopo, quel cantiere è ancora nelle stesse identiche condizioni. Ci sono i piloni, i ferri arrugginiti. L'area dovrebbe essere sotto sequestro, eppure non c'è nulla che impedisca l'accesso. I bambini di Ponticelli rischiano ancora la vita tra le macerie di un palazzo mai costruito. A pochi passi dall'ingresso, un'edicola commemorativa è lasciata a se stessa, solo Alessandro se ne prende cura. "Ci sono ancora tanti bambini che entrano in questo cantiere, non c'è neanche un cancello - prosegue il fratello di Francesco - Eppure, l'area dovrebbe essere sotto sequestro. Stanno calpestando la memoria di mio fratello". 

Basta addentrarsi nel cantiere per notare come negli anni sia diventato una discarica abusiva. Ci sono rifiuti di ogni tipo. Ammassati in veri e propri crateri. Su alcuni cumuli di immondizia è addirittura cresciuta la vegetazione. Scarti edili, carcasse di automobili, probabilmente incendiate dopo essere state usate per scopi illeciti. E poi amianto. Quando i rifiuti diventano troppi, allora, meglio dar fuoco a tutto. La tragedia di Francesco sembra non essere servita a nulla. "Qui vengono ancora sversati rifiuti molto spesso. E anche gli incendi sono molto frequenti. Questa è terra dei fuochi, anche se nessuno lo dice".

Di fronte al cantiere, un area giochi e un campetto di calcio dedicati a Francesco. Anche in questo caso, però, la cura è affidata esclusivamente alla famiglia, aiutati da qualche sponsor. Come se non bastasse, qualche anno fa, furono proprio alcuni esponenti politici locali ad avanzare l'ipotesi che i Paolillo lucrassero sulle aree gioco. "Quereleremo per diffamazione chi infanga la nostra famiglia". L'unica cosa che i parenti di Francesco sono riusicti a ottenere è che l'Ipia Sannino di Ponticelli abbia dedicato un'aula alla memoria del 14enne. "Ho chiesto all'amministrazione comunale di intitolargli una strada - ci spiega Alessandro Paolillo - Mi hanno risposto che non ci sarebbero stati problemi. Eppure, nessuno si è più fatto vivo". 

Nella città che sbandiera eroi e anticamorra qualcuno, prima o poi, dovrà ricordarsi di Francesco Paolillo.

(La base musicale è Tomorrow da bensound.com)

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