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Ischia, residenti spalano il fango per liberare le case: "Sembrava il terremoto"

Proseguono le ricerche dei dispersi con mezzi di terra, aria e acqua. Don Gino, il parroco di Casamicciola: "Stiamo dando una mano, sono tutti nostri fratelli"

La parola d'ordine del secondo giorno dell'emergenza di Ischia è scavare. Scavano gli uomini e le donne di protezione civile, vigili del fuoco e carabinieri per cercare i dispersi. Scavano i residenti di Casamicciola che cercano di liberare le case e le autovetture dalla colata di fango che nella prima mattinata del 26 novembre ha tranciato in due questa zona dell'isola. 

"Sto cercando di liberare il garage per andare a fare la spesa, siamo bloccati da ieri - racconta Mario - Il boato? Sì, è stato davvero forte, intorno alle 5.30". Di fronte, Marialucia e il fratello cercano di liberare le automobili: "Oggi la pioggia ci ha dato un po' di tregua. Abbiamo avuto paura, tanta paura". Anche loro sono stati svegliati dalla frana: "Sembrava il terremoto" spiega il fratello. Marialucia è tra quei residenti che non accettano che l'abusivismo venga indicato come motivo del disastro: "E' colpa dei mancati interventi di manutenzione sulla montagna. Ho segnalato tante volte, ma nessuno ha fatto nulla". 

L'accesso all'area maggiormente colpita dalla frana è interdetta, possono passare solo alcuni dei mezzi di soccorso. Il fango è ancora troppo molle, i rischi sono troppo alti. Don Gino è il parroco di Casamicciola e da 24 ore cerca di dare una mano nella ricerca dei dispersi: "Fanno parte della nostra comunità, sono i nostri fratelli. Molti li conosco personalmente". Il prete conosce bene la famiglia della prima vittima accertata, Eleonora Sirabella: "Le nostre madri sono amiche, conosco il fratello che mi ha dato questa terribile notizia, siamo distrutti. Ora, speriamo di riabbracciare chi ancora non si trova".  

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