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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca San Ferdinando / Piazza del Plebiscito

#Fiumeinpiena, presidio sotto la Prefettura: "Il Decreto Terra dei Fuochi è insufficiente"

"Un decreto che pecca nel metodo: è mancato l'ascolto della cittadinanza". E ancora: "Tratta i temi in maniera parziale e non affronta a monte il problema dei traffici e degli sversamenti illeciti"

"Il Decreto per la Terra dei Fuochi, appena varato dal Governo, è insufficiente per risolvere davvero il dramma dei territori avvelenati": gli attivisti del Movimento #fiumeinpiena, che lo scorso 16 novembre ha portato in piazza centomila persone contro il biocidio, venerdì pomeriggio si sono riuniti in presidio sotto la Prefettura per far sentire, ancora una volta, la voce dei cittadini.

Raniero Madonna, attivista di #fiumeinpiena, spiega a NapoliToday che "Il presidio è nato, in un primo momento, per ribadire il 'NO' alla militarizzazione del territorio, un punto fondamentale contenuto anche nella piattaforma programmatica contro il biocidio, elaborata in accordo con tutta la rete di comitati, associazioni, realtà territoriali e cittadinanza attiva scesa in piazza il 16 novembre scorso".

E' da sottolineare, infatti, che #fiumeinpiena non è nato solo come movimento di protesta, ma anche di concreta proposta, realizzata attraverso un documento di 10 punti.

"Quella dell'invio dell'esercito - ci dice ancora Raniero - è stato il primo annuncio ufficiale del Governo dopo il 16 novembre, una prima risposta che è stata l'esatto opposto di ciò che chiedevamo, per questo abbiamo organizzato questo presidio: per ribadire che troppo spesso, in Campania, mettere in campo zone militari ha significato solo renderle invalicabili per i cittadini, negare l'accesso ai cittadini ma lasciare campo libero ad illeciti perpetrati da industria 'deviata' e camorra sotto l'occhio dello Stato"

Poi è giunto anche l'annuncio dell'approvazione del Decreto Terra dei Fuochi. Un decreto che il Movimento reputa assolutamente insufficiente, persino 'spot', che ha più il sapore della propaganda, della risposta mediatica rispetto alle proteste di questi ultimi mesi: "manca un'organicità rispetto alla valutazione delle problematiche ambientali e alle misure da adottare per risolverle - ci spiega ancora il giovane attivista - perché tratta i temi in maniera solo parziale. Approfondiremo ancora di più lo studio del decreto, ma appare chiaro che lancia "l'emergenza bonifiche" senza bloccare in maniera consistente quello che è il reale problema dei traffici e degli sversamenti illeciti per i quali non si evince una vera misura di contrasto".

Tasto dolente sono, appunto, le bonifiche: "Non sono chiare le modalità con cui verranno eseguite - spiega ancora Raniero - e gli unici fondi di cui si parla sono quelli per lo sviluppo del Sud e ci sembra assurdo toccare risorse destinate allo sviluppo di questo territorio già così devastato.

Fiumeinpiena - Presidio Prefettura @V.Graniero/NapoliToday

Il Movimento contesta duramente anche l'assenza nel decreto delle tematiche sanitarie e soprattutto, ci dice l'attivista, "questo decreto pecca nel metodo: è mancato l'ascolto della cittadinanza, il confronto con essa. Il primo punto della piattaforma programmatica portata in piazza il 16 novembre si basava proprio sulla trasparenza, sulla partecipazione della cittadinanza nel processo decisionale, su un controllo diffuso, insomma su un vero processo di democrazia".

Con gli attivisti facciamo un passaggio anche sull'inceneritore che dovrebbe sorgere a Giugliano, anche questo duramente contrastato dal Movimento (insieme all'intera logica del ciclo integrato dei rifiuti che prevede l'uso di discariche e inceneritori): "Ancora una volta l'argomento non è stato trattato e quindi questo bando resta in piedi".

In una nota, poi, il Movimento spiega le vicende di venerdì mattina a Caivano, dove si è svolto un incontro con il Presidente della Giunta Regionale Stefano Caldoro per parlare del decreto, promosso da Don Maurizio Patriciello all'interno dei locali della sua chiesa. Alla fine dell'incontro, il Governatore è stato contestato, perché le sue risposte sono state ritenute lacunose e insufficienti, assolutamente insoddisfacenti a chiarire i troppi punti oscuri o le troppe mancanze.

"Se siamo andati alla chiesa di Don Maurizio Patriciello - spiega il Movimento -, organizzatore dell'incontro/dialogo, è stato unicamente per consegnare la piattaforma che la piazza del 16 Novembre si è data: quella stessa piattaforma che le Istituzioni hanno ignorato e minimamente considerato (da ultimo, basta citare il caso del decreto legge di martedì scorso, insufficiente e privo di contenuti). Se siamo andati lì, è stato per dare attuazioni alle decisioni dell'assemblea del 30 Novembre, che unanime ha deciso di aspettare prima di sedersi al tavolo delle Istituzioni. Aspettare, però, nel senso di ottenere prima un atto di buona fede da parte di quella stessa politica che è stata assente dalla Campania per oltre venti anni. Il ritiro del bando dell'Inceneritore di Giugliano e dei due DDL presentati in Consiglio Regionale, non sono un punto fermo solo per noi, ma per tutti i comitati che hanno preso parte al #fiumeinpiena. Eppure di questo, stamattina, non si è tenuto conto.
Contro ogni logica, il Presidente Caldoro ha evitato di rispondere alle domande - “per questione di serietà” ha detto “vi risponderò per iscritto” - e non ha fatto altro che promettere e ripromettere cose già sentite non oggi, ma negli anni passati. Ha evitato le domande, i dubbi, le perplessità delle persone. Ha evitato di andare al nocciolo della questione. E di questo noi abbiamo preso atto. E per questo, alla fine, pur nel rispetto
delle forme che don Patriciello aveva deciso di dare a questo suo incontro, abbiamo contestato il Presidente Caldoro. Non – come scrive qualche giornale - “un gruppo ristretto di manifestanti”. Ma noi, sotto le parole chiave del 16 Novembre: #fiumeinpiena e #stopbiocidio

Non si è trattato di Don Patriciello e dei comitati contro un gruppo di “sovversivi”; ma sono stati quegli stessi comitati, stanchi del gioco politico del Presidente della Giunta, a urlare il loro dissenso. Un incontro senza risposte è un incontro inutile – una passerella mediatica di cui, ad oggi, la Campania e i campani non hanno assolutamente bisogno. Ancora una volta, come nel decreto, è stata evidenziata la mancanza di comunicazione e di contenuti. Ancora una volta, le Istituzioni non hanno dimostrato di essere pronte ad aprirsi alla cittadinanza attiva. Stamattina, a Caivano, eravamo i ragazzi e le ragazze di #fiumeinpiena. I comitati, le persone, i protagonisti di quella piazza del 16 Novembre. Che pure, nonostante i modi eccessivi don Maurizio, hanno deciso di non rispondere e di non reagire: allontanati ma comunque rispettosi di chi credevamo e crediamo ancora essere nostri alleati nella lotta contro il biocidio; rispettosi delle diversità e delle storie di ognuno.

Non si è trattato, come ha scritto qualche altro cronista, di un gruppo ideologizzato. Gli ideologizzati non eravamo noi. Non lo saremo mai. Tutto quello che chiediamo, noi cittadini e comitati, è di sapere – sapere chi erano e chi sono i responsabili; cosa si è deciso di fare, come si farà, se si farà, quando si farà. E di partecipare – attivamente, non sulla parola, non promesse vane e vuote. Il #fiumeinpiena è la cittadinanza che si riconosce nei punti, fondanti e fondamentali, della piattaforma del 16 Novembre. Che si incontra in assemblea e che discute. Noi siamo per la condivisione; e la condivisione, fino ad oggi, non cercava l'incontro con le Istituzioni. Di nessuna forma. #fiumeinpiena non ha un portavoce – uno solo, deciso e definito. Sono le persone i protagonisti, solo loro. Le persone che, come più volte abbiamo detto, non si distinguono in buoni e cattivi. Che non sono divise come qualcun altro vorrebbe far passare. Persone che sono per il rispetto del confronto e della condivisione, unico mezzo tramite cui, in futuro, si potrà decidere di incontrare e di dialogare con le Istituzioni. Alle condizioni che i territori e le comunità che in essi vivono porranno – condizioni che pure sono contenute nella piattaforma del 16 Novembre: diritto alla salute, alla vita; diritto alla propria terra. Insieme e non da soli".

Sulle vicende della mattinata a Caivano, parliamo anche con Egidio Giordano, attivista della Rete Commons (aderente al Movimento #fiumeinpiena e #stopbiocidio): "Sono diversi anni che i comitati cercano di interagire con Caldoro su questi temi, soprattutto sul piano dell'impiantistica, ma il Governatore sembra essersi svegliato solo oggi - dichiara Giordano a NapoliToday -. Solo un mese fa siamo stati caricati perché avevamo occupato simbolicamente la Regione proprio allo scopo di chiedere un incontro, un palazzo che è sempre stato chiuso ai cittadini. Per fare un atto concreto, il presidente deve immediatamente ritirare il bando dell'inceneritore di Giugliano.

Rispetto al decreto governativo siamo alle solite: la militarizzazione l'abbiamo già conosciuta ed è servita a reprimere i cittadini che si opponevano all'impiantistica a Chiaiano e a tante altre parti. E' un modo falsato di affrontare il problema, che invece si affronta seriamente solo con una mappatura delle aree inquinate e facendo un ragionamento serio sull'agricoltura, garantendo il lavoro degli agricoltori onesti e soprattutto se si comincia a parlare di salute. Il problema sanitario è stato completamente eluso nel decreto: o si conferma l'esistenza del 'biocidio' e si prendono misure straordinarie di prevenzione e per la cura dei cittadini oppure non si sta facendo il proprio dovere e si sta facendo propaganda. Noi siamo stanchi della propaganda e centomila persone in piazza hanno espresso una volontà precisa attraverso 10 punti e su quelli bisogna dialogare. Le condizioni oggi le stabiliscono i cittadini".

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